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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Besurica / Strada Provinciale 28

«Gli animali della nostra stalla stanno bene. Tuteleremo il buon nome dell'Itas Raineri»

La preside dell'istituto di strada Agazzana ripercorre quanto accaduto dopo una segnalazione anonima e il blitz di Enpa: «Veterinari dell'Asl e Forestale hanno certificato l'ottimo stato di salute dei nostri animali»

«Sono decisa a tutelare in ogni modo e con tutti gli strumenti giuridico amministrativi il buon nome della scuola e soprattutto il lavoro quotidiano degli insegnanti e del personale dell’azienda per poter proseguire in serenità una completa attività didattica e di formazione degli allievi. Quella stessa che ha fatto diventare l’Itas Raineri di Piacenza un punto di riferimento nella regione per il settore agroalimentare».

In questo modo, senza perifrasi, il dirigente scolastico Maria Teresa Andena commenta i recenti avvenimenti che hanno coinvolto la scuola di strada Agazzana, e in particolare la gestione della stalla, relativamente ad accuse di maltrattamenti delle vacche che si trovano nella stalla dell’azienda.

Tutto è iniziato da una lettera anonima che è stata inviata al Comune di Piacenza, e in cui si denunciava la malnutrizione delle vacche, lo stato di abbandono dei vitelli che avrebbero accusato diarrea e vomito, produzione scarsa di latte. Qualche giorno dopo si sono presentate in stalla due guardie zoofile di Enpa che, dopo essersi qualificati come pubblici ufficiali, hanno compiuto un sopralluogo e quindi si sono allontanate.

Sono poi seguite le ispezioni dei veterinari dell’Asl di Piacenza e di agenti del Corpo forestale dello Stato che non hanno però riscontrato alcuna irregolarità relativa a quanto segnalato nella denuncia anonima. Al termine delle ispezioni è stata anche rilasciata alla scuola un’apposita certificazione.

Successivamente la preside ha chiesto all’Enpa di Piacenza di poter accedere agli atti per verificare i modi di operare e l’autore della denuncia, ma le è stato risposto che, trattandosi di ente privato, non erano tenuti ad esplicitare quanto richiesto. 
Pochi giorni fa le stesse guardie volontarie si sono presentate di nuovo in stalla, accompagnate da un veterinario in pensione. La preside, avvertita dal personale dell’azienda, ha chiamato la polizia che ha impedito alle due guardie di Enpa di entrare nella stalla poiché occorreva un mandato della Procura e non era sufficiente quello prefettizio, trattandosi inoltre non di pubblici ufficiali, come invece i veterinari Asl o il Corpo forestale dello Stato.

«Ma è stato il modo con cui è stata condotta tutta la vicenda che colpisce - afferma chiarisce la preside Andena - Le strutture della scuola sono per noi una vetrina di trasparenza e non a caso, da decenni, ospitiamo la Festa dell’Agricoltura che coinvolge tutta la città. In occasione di “Scuole aperte” centinaia di famiglie visitano scuola ed azienda, stalla compresa. Per di più ogni giorno gli allievi, con i loro insegnanti di zootecnia, si recano in stalla per lezioni “dal vivo”. Noi abbiamo la massima cura del nostro bestiame e del suo benessere in quanto bene dello Stato».

Allibiti anche i commenti del responsabile dell’azienda agraria, il professor Giuliano Diperdomenico e della professoressa Elide Valla che coordina il gruppo di studenti che concorre poi, con altre scuole agrarie, nelle gare di valutazione morfologica delle bovine e che ha conseguito negli anni sempre lusinghieri risultati.

«Il nostro - spiegano - è un vero e proprio laboratorio didattico di innovazione tecnologica e rispetto dell'ambiente. L’azienda è certificata biologica da anni. La certificazione Bio è affidata all’organismo di controllo autorizzato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, Suolo e Salute. Infatti - chiarisce Dipierdomenico - dal 2002 le coltivazioni di fieno, cereali ed ortaggi vengono gestite senza impiego di concimi chimici, antiparassitari inquinanti e diserbanti, seguendo i disciplinari dell'agricoltura biologica. I cereali biologici prodotti, ovvero grano tenero, grano duro, ed orzo sono entrati nella filiera biologica di TerrePadane per la produzione di pane e pasta. La fertilizzazione dei terreni avviene utilizzando la sostanza organica prodotta dall'allevamento di bovini da latte per la produzione di Grana Padano».

«In questi ultimi anni - aggiunge la professoressa Valla - anche la stalla è stata interessata da un progetto di innovazione tecnologica con la realizzazione di una sala di mungitura di ultima generazione Milkeline con rilievo ed elaborazione dati specifici delle bovine, come quantità della munta, flusso del latte, gestione del calore. Ciò consente di realizzare un efficace intervento didattico sugli alunni che hanno la possibilità di seguire l'alimentazione, i parti e lo stato di salute delle bovine.
All'interno della scuola si è costituito volontariamente un gruppo di valutazione morfologica delle bovine da latte che è a stretto contatto con la mandria e partecipa a gare e concorsi, sia a livello regionale, che nazionale. Molti premi sono stati vinti  negli anni dagli stessi, dimostrando nelle varie manifestazioni fieristiche del territorio che la passione e l'interesse dei giovani sono stimolati dal contatto con la realtà è con la possibilità di interagire con essa. Oggi una nuova scelta organizzativa dell'allevamento zootecnico dell'Istituto si aggiunge ad arricchire e stimolare ulteriormente i futuri periti agrari: la produzione di latte biologico. Le vacche sono alimentate esclusivamente con fieno di produzione propria o di provenienza di aziende rigorosamente biologiche, e con farine biologiche che impiegano legumi e cereali di origine locale, prodotti da una rete di aziende biologiche per la realizzazione di una filiera completa. Si tratta di una scelta operativa già in atto che gli studenti stanno seguendo per verificarne il miglioramento rispetto all'allevamento intensivo e valutarne sia gli aspetti positivi che negativi».

E aggiunge: «Il futuro vede già dei progetti ambiziosi per una filiera del latte e dello yogurt, prodotti importanti nell'alimentazione con caratteristiche di alta qualità. Ma il fine della stalla è prima di tutto didattico. Potremmo dunque insegnare ai nostri allievi a maltrattare le vacche e i vitelli? Certo questi sono animali da reddito. Non vorrei - chiarisce - che qualcuno intendesse il benessere animale come lo stesso per gli uomini. Ed è stato dimostrato che proprio l’animale che sta bene, in salute, produce meglio e di più. In caso contrario si andrebbe contro i nostri interessi. E tra le vacche in stalla, molte sono longeve, assi di più che nella media delle stalle del territorio».

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