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Cronaca

Gli spariscono il conto corrente, l’auto e lo stipendio: 40enne truffato da un falso poliziotto

Piacentino processato per truffa, circonvenzione di incapace, sostituzione di persona e falso in scrittura privata. L'imputato si sarebbe offerto di aiutarlo per risolvere alcuni problemi che aveva la vittima

Si è presentato da lui come un vecchio amico e si è anche qualificato come poliziotto. In realtà, secondo il racconto della vittima, lo avrebbe truffato per oltre 35mila euro e si sarebbe fatto intestare una Mercedes, senza pagare un euro. Inoltre, il presunto truffatore avrebbe anche acceso prestiti con diverse finanziarie per circa 30mila euro, Infine, la vittima ha anche denunciato ai carabinieri che il suo conto corrente era stato svuotato e che lo stipendio era stato dirottato su un altro conto, aperto grazie all’uso dei dati della carta di identità e del codice fiscale che il truffatore si era fatto dare. Il processo per un complesso raggiro è stato discusso in aula questa mattina davanti al giudice Gianandrea Bussi e al pm Monica Bubba.

Imputato è C.V. accusato di truffa, circonvenzione di incapace, sostituzione di persona e falso in scrittura privata. L’uomo è difeso dall’avvocato Marco Cavallari. A parlare in aula è stata la vittima, un 40enne residente in Valtidone, con problemi psicologici. L’uomo ha ricordato come C.V., un suo vecchio compagno di scuola nel 2013 lo avesse incontrato a una festa di paese. L'imputato avrebbe detto all’uomo che si occupava di vendere auto. Dopo diversi incontri in casa del 40enne, l’imputato avrebbe detto di essere un poliziotto e di sapere che la vittima era stata denunciata per non aver restituito del denaro a un uomo.

Quest’ultimo era una persona a cui il 40enne stava per vendere una casa, ma l’affare non si fece. In ballo c’era la restituzione di una caparra di circa 30mila euro. Mostrando un documento fittizio della procura, il presunto truffatore avrebbe convinto il 40enne di essere un poliziotto e di aver versato lui il denaro per evitare guai peggiori. Nel frattempo, il 40enne avrebbe anche venduto l’auto, la Mercedes, per 7.500 euro a V., facendo il passaggio di proprietà ma non vedendo più né un euro né la vettura. Il 40enne ha raccontato che dopo un po’ sono cominciati ad arrivare bolli non pagati e le rate di tre finanziarie a cui la vittima si sarebbe rivolta per dei prestiti. Immediata la denuncia ai carabinieri, ma del vecchio amico non c’era più traccia. Scatta l’indagine e V. viene rinviato a giudizio, mentre il 40enne si costituisce parte civile. L’avvocato Cavallari ha chiesto all’uomo se avesse mai verificato chi fosse in realtà quell’uomo e perché si fosse fidato, ma il 40enne ha risposto che in quel periodo non stava bene e aveva accettato l’aiuto offerto del vecchio amico. Il 40enne ha anche detto di essere preoccupato della restituzione dei 35mila euro. La situazione è emersa un paio di mesi dopo, quando la vittima ha visto il bancomat rifiutargli il denaro. Andato in banca scopre che il conto è vuoto e che i suoi stipendi erano stati accrediti in un altro istituto, a sua insaputa. In udienza, è stato ascoltato anche l’anziano padre del 40enne, il quale ha detto di aver saputo che cosa fosse accaduto poco dopo il suo rientro dalla Libia, dove era per lavoro.

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