«Grato all’Italia che mi ha salvato sul barcone nel mare ma non sapendo come sopravvivere spaccio»

«Grato all’Italia che mi ha salvato sul barcone nel mare ma non sapendo come sopravvivere spaccio ma non sono cattivo, sono buono». Questo in sostanza ciò che ha sostenuto il senegalese di 34 anni pluripregiudicato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e detenzione di droga ai fini di spaccio nella serata del 21 febbraio nei pressi della stazione dai poliziotti delle volanti. L’uomo, irregolare in Italia è stato notato a bordo di un’auto a piazzale Milano, la pattuglia si è avvicinata per fare un controllo e invece di fermarsi è scappato ad alta velocità (l'uomo non aveva mai conseguito la patente). Ne è nato un inseguimento fino a viale Il Piacentino dove si è schiantato contro un’auto in sosta. Una volta sceso ha tentato la fuga a piedi e per divincolarsi ha aggredito i poliziotti che poi l’hanno bloccato e ammanettato. Addosso aveva alcune dosi di cocaina e hascisc divisa in dosi e alcune centinaia di euro. Gli agenti poi hanno provveduto alla perquisizione dell’abitazione dove lo straniero ha dichiarato di vivere e hanno trovato una romena (intestataria dell’auto) e altra droga. Dopo una notte nelle celle di sicurezza della questura è comparso in tribunale per il processo in direttissima difeso dall’avvocato Antonino Rossi e davanti al giudice Stefano Rago (pm Antonio Rubino). Il senegalese aveva anche il divieto di dimora nel comune di Piacenza, divieto violato e si è anche rifiutato di sottoporsi all’alcol test e al tossicologico: per questo c’è stato lo stralcio del procedimento. Al termine del processo per lui è stata disposta la custodia cautelare in carcere in attesa dell’udienza successiva, ovviamente l’arresto è stato convalidato.