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Cronaca Strada della Torre della Razza

Blocchi dei Cobas alla Toscana Servizi, i sindacati: "Fanno chiudere le aziende"

Nel mirino del sindacato autonomo Si Cobas la Toscana Servizi, coop che gestisce il personale all'interno di un magazzino al polo logistico. Blocchi della merce e dei lavoratori per tutta la giornata del 16 ottobre, ma la Cgil e Cisl non ci stanno: "Non capiscono che stanno facendo chiudere le aziende"

Nel giornata dello sciopero nazionale della Logistica, in tutta Italia si sono verificati manifestazioni, picchettaggi e blocchi delle merci e dei lavoratori da parte del sindacato autonomo del Si Cobas. Anche a Piacenza il sindacato molto attivo e presente in quasi tutte le aziende del polo logistico della città ha fatto sentire la sua presenza. Fin dalle prime luci dell'alba gli iscritti al sindacato hanno bloccato i tir in entrata e uscita dagli hub del magazzino centrale di Ikea, ma non solo, anche un magazzino gestito dalla cooperativa Toscana Servizi è stato toccato dalla protesta. 

Il copione è sempre lo stesso: lavoratori iscritti al sindacato autonomo che bloccano merci e lavoratori che vorrebbero entrare, produzione ferma, o quasi e tensione ai cancelli. La maggior parte dei lavoratori del magazzino è iscritta ai Cobas, e oggi si sono fermati perché sostengono di subire discriminazioni di ogni sorta. "Abbiamo un contratto a tempo indeterminato con 39 ore alla settimana ma quando lavoriamo più ore, lo straordinario non ci viene pagato o ci viene dato dopo molto tempo, ci mandano sms con scritta l'ora in cui presentarci al magazzino e poi magari ci mandano a casa senza motivo perché non c'è lavoro. Spesso aspettiamo ore fuori in strada prima di entrare, oppure lavoriamo tre ore, ne stiamo fuori 2 e rientriamo dopo a farne altre tre".

"Per non parlare delle minacce, degli insulti e dei ricatti. Ci mandano lettere disciplinari per i motivi più banali e stupidi per farci pesare il fatto di essere iscritti ai Cobas" continuano i ragazzi seduti in strada dall'alba". C'è chi sta facendo le scuole serali e si lamenta del fatto che spesso non la lasciano uscire in tempo nonostante abbia il permesso per farlo, oppure chi deve prendere i figli a scuola si trova nella stessa condizione, dichiarano. "I permessi vanno chiesti molti giorni prima ma poi non vengono accordati e se usciamo lo stesso perché è un nostro diritto veniamo puniti e non veniamo chiamati per settimane (riposto forzato) e quindi non veniamo pagati. Siamo stanchi di subire ogni tipo di sopruso senza fare nulla. I ragazzi che oggi stanno lavorando, lo stanno facendo solo per paura di ritorsioni, ma la pensano come noi" concludono. Dieci giorni fa i Cobas hanno presentato anche un esposto all'Ispettorato del lavoro. 

Se questa è la posizione dura degli iscritti al sindacato autonomo non meno dura è quella di Cgil e Cisl, nella fattispecie di due delegate e socie della cooperativa Toscana Servizi, Amalia Bedinati e Maria Giancaterino. Non usano mezzi termini  e definiscono i Cobas  "un gruppo di ribelli e bambini viziati". "Va bene lo sciopero ma non possono impedire di entrare alle persone che vogliono lavorare. La Toscana Servizi dove può aiutare aiuta e agevola se vengono presentate richieste corrette o vengono espressi bisogni reali, e questo è l'unico magazzino dove per esempio le tre pause vengono pagate" dichiarano. "Insieme a loro abbiamo creato e firmato un accordo in cui si stipulavano le pause pagate appunto, la flessibilità e la reperibilità, tutte cose che ora però rinnegano". "Siamo noi - continuano - non iscritti ai Cobas che veniamo discriminati, insultati, minacciati ogni giorno, spesso ci fanno sparire dei pezzi per accusarci di furto per esempio. Prima dell'arrivo di questo sindacato questo magazzino era un'oasi di pace dove la cooperativa riusciva ad agire nell'interesse del lavoratore e della produzione, ora ogni giorno bisogna affrontare i loro capricci come se fossero bambini viziati che pretendono senza mai dare. Queste azioni e questi atteggiamenti danneggiano anche loro perché non si rendono conto che li spingono a chiudere. Noi siamo decisi a non mollare e a non perdere altre giornate di lavoro". Per tutta la giornata le forze dell'ordine hanno presidiato la zona. 

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