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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

I comitati degli ospedali uniscono le forze: «Sindaci, non chinate la testa davanti ai tagli»

Bruno Galvani portavoce dei comitati di Fiorenzuola, Castelsangiovanni e Villanova: «Siamo in 40mila a batterci contro depotenziamenti e tagli alla sanità locale». Pronta una manifestazione di protesta contro il piano di riordino

In vista della riunione della Conferenza sociosanitaria di giovedì 16 marzo in cui si saprà qualcosa in più sulla riorganizzazione sanitaria piacentina, i tre comitati a difesa degli ospedali di Fiorenzuola, Villanova e Castelsangiovanni uniscono le forze per fare da cassa di risonanza alle richieste dei cittadini. L'intenzione è quella di contrastare il piano di riordino dell'Ausl che coinvolge i tre presidi locali e tenere alta l'attenzione sulla realizzazione del nuovo padiglione di Fiorenzuola. Bruno Galvani –  ex consigliere comunale a Piacenza per la sinistra - rappresenterà i tre comitati come referente, sostenuto anche dai vice Elisabetta Bolzoni (Forza Italia) di Fiorenzuola e Angelo Boledi (ex Lega Nord) di Castello. «Abbiamo in mano 40mila firme in tre comitati – spiega il gruppo. È una dimostrazione significativa: non si vuole fare solo protesta ma anche proposta». 

«In un ospedale – ha detto la sua Angelo Boledi, referente di “I Castlan i disan no” - non può mancare alcuna componente, vive solo se ci sono mezzi, strutture e persone. La salute pubblica deve essere garantita, negli ultimi mesi abbiamo assistito a delle azioni da parte della direzione generale dell’Ausl piacentina, attraverso una riorganizzazione ci fa capire che ci sono veri e propri tagli. Tagli che vanno in una sola direzione. A Castelsangiovanni negli ultimi anni hanno speso 12 milioni di euro: abbiamo le Tac più aggiornate, un pronto soccorso efficiente, macchinari moderni. Poi ci siamo visti togliere il cardiologo e altri professionisti negli orari serali e notturni. Il paziente, di fronte a un problema serio, viene caricato su un’ambulanza e portato a Piacenza. Nel 2013 c'erano 50 posti letto per la degenza ordinaria, oggi sono 24, e dopo questo riordino diventeranno 12. Questo è un depotenziamento, vengono tolte le specializzazioni, Castello smette di essere eccellenza per diventare “day surgery”, un ospedale che apre alle 9 del mattino e chiude la sera, con interventi di medio-bassa importanza. Purtroppo questo modo di fare lo vediamo anche negli altri presidi del Piacentini, come Fiorenzuola e Villanova».

«Il nostro comitato – ha preso la parola Elisabetta Bolzoni per Fiorenzuola - è nato nel 2013, oggi chiediamo che vengano rispettati gli accordi del 2014 sulle funzioni da preservare all’ospedale: purtroppo mi pare che sia diventato “carta straccia” perché vogliono spostare l’unità spinale di Villanova a Fiorenzuola. Vogliamo ricordare ai sindaci ciò che ci era stato promesso allora. Questo piano sanitario prevede tagli e depotenziamenti. Così i cittadini-pazienti si vedranno trasferiti altrove. Invitiamo i sindaci di di questi paesi a non accogliere il piano dell’Ausl. Bonaccini ha detto che l’Emilia non ha avuto tagli, e che nessuno ospedale verrà chiuso: in realtà quello che dice non è rispettato nel piano». Bolzoni ha annunciato che verrà organizzata una grande manifestazione prima del voto sul piano di riordino – entro la fine di marzo probabilmente - della Conferenza sociosanitaria a Fiorenzuola e Villanova.

«Il direttore dell'Ausl Baldino – ha detto il neo portavoce Galvani - sta facendo il suo lavoro, è la sanità nazionale il problema. Ciò che sta succedendo qua è quello già avvenuto in Grecia un paio d’anni fa. Non ci sono investimenti giusti nella sanità, vengono applicati meccanismi particolari, come il numero di posti letto per abitanti, ricoveri, operazioni. Vengono chiusi reparti perché operano poco, perché non sono molto produttivi. Questi comitati si stanno riunendo un po' in tutti i territori italiani: pensiamo a cosa sta avvenendo al Sud, nel Lazio. Dobbiamo impegnarci contro questi tagli: gli altri Paesi d’Europa stanno andando in un’altra direzione. Siamo un Paese che non investe in ricerca e lunghe degenze. Tagliano sulla sanità perché non trovano i soldi altrove per stare nei parametri economici europei. Depotenziano Castelsangiovanni e Fiorenzuola e chiudono Villanova, poi ci dicono che non hanno tagliato niente. Qua ci sono 40mila firme di cittadini, i nostri sindaci non possono sempre chinare la testa e accettare. Ci sono primi cittadini che non capiscono e non hanno il coraggio di far valere le ragioni di quelli che li hanno votati. Il problema ci travolgerà tutti».

«Ci stanno buttando fumo negli occhi – ha aggiunto anche il vicepresidente del comitato di Castello Silvia Brega - come il nuovo ospedale di Piacenza. Nel territorio non c’è volontà di potenziare. In più i farmaci generici verranno distribuiti in maniera diretta: significa che avremo una sola tipologia di farmaco sul territorio, non avremmo un ventaglio di possibilità. Ci ridurremo come la Grecia. Il nostro è un appello ai sindaci, la nostra ultima speranza. Non accettiamo di essere sopraffatti: non possiamo vedere abbattere ospedali facendo credere potenziamenti. Non c’è chiarezza e credibilità».

Boledi lancia infine un messaggio a Patrizia Calza. «Ha detto che le nostre proposte sono interessanti ma che lei deve ragionare nell’insieme, tenendo conto di tutti. Eccoci, ora i tre comitati sono uniti, siamo 40mila cittadini, rappresentati da noi che facciamo da “megafoni”. È ora che i nostri sindaci si diano una mossa. Fatevi avanti: noi abbiamo ascoltato la gente. Ora prendete una decisione su questi tagli pubblicamente. Anche perché facciamo notare che 40mila firme basterebbero per indire un referendum abrogativo...».

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