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Cronaca Bettola

«I morti dell'alluvione non si possono archiviare»

Il sindaco di Bettola Paolo Negri commenta la richiesta di archiviazione da parte della procura di Piacenza: «La comunità non può archiviare tre vite andate perse, che valgono molto di più che uno stanziamento di risorse per strade e frane». Rolleri: «L’alluvione fu un evento imprevedibile e di eccezionale gravità»

«Non voglio entrare nella vicenda giudiziaria, però una cosa la posso dire: la comunità di Bettola tre morti non li può di certo archiviare. Tre vite andate perdute non si possono assolutamente archiviare. Se pensiamo che c’è una donna che ha perso un figlio e il marito e quest’ultimo non è stato ancora ritrovato… Abbiamo due famiglie colpite da un lutto perché percorrevano una strada che poi è venuta a mancare». Così il sindaco di Bettola Paolo Negri commenta la richiesta d’archiviazione proposta dalla procura di Piacenza sull’alluvione del 14 settembre 2015. In quell’occasione, con il crollo della provinciale Valnure 654 all’altezza di Recesio (nel comune di Bettola), persero la vita Filippo e Luigi Agnelli (padre e figlio) e la guardia giurata (in servizio) Luigi Albertelli. Paolo Negri-3Il corpo di Filippo Agnelli non è stato ancora ritrovato nel greto del torrente. Negri è portavoce dello sgomento di una comunità profondamente ferita dall’evento calamitoso di due anni e mezzo fa. «Ero un cittadino, non ero ancora sindaco – prosegue Negri – e l’alluvione mi ha molto colpito, come tutti, qui. Mi metto nei panni delle due famiglie, che saranno amareggiate da questa archiviazione». Il sindaco di Bettola fa una riflessione più ampia. «Si dovrebbero stanziare più risorse per il dissesto idrogeologico, per prevenire. Quando si danno fondi per una strada, è per garantire la sicurezza di tutti. Però sono troppi i vincoli di bilancio e gli intoppi burocratici che ostacolano investimenti sul territorio. Me ne sono accorto – riflette amaro Negri - in questi primi mesi da sindaco. Le risorse chieste per far fronte ai tanti problemi non vengono accolte. La manutenzione costa, a partire dalla cura dei rivi più piccoli e dai tombini. E la natura si sta rivoltando contro di noi, che non riusciamo a intervenire. Ci sono delle difficoltà economiche, lo dicono tutti, ma poi succedono questi drammi se non si interviene. E credo che la vita umana valga molto di più di uno stanziamento economico». 

La notizia della richiesta di archiviazione è arrivata anche nella sede della Provincia di Piacenza. «Prima di tutto – spiega il presidente della Provincia Francesco Rolleri - bisogna sempre ricordare che sono morte tre persone . Questa è una tragedia che rimarrà sempre nei nostri cuori e dà ancora un dispiacere immenso. Ho letto della richiesta di archiviazione chiesta dal pubblico ministero e mi sono sentito sollevato per tutta l’Amministrazione provinciale. È stata riconosciuta la gravità eccezionale dell’evento che in quelle condizioni era assolutamente imprevedibile».

Paolo Garetti, oggi assessore ai lavori pubblici del Comune di Piacenza, è stato  - durante il precedente mandato – presidente della commissione speciale d’inchiesta su Roncaglia, frazione del capoluogo invasa dall’acqua del Nure. «Quanto emerso a livello comunale – commenta Garetti - sull’imprevedibilità dell’evento in sede comunale, è stato poi avvallato a livello provinciale e anche in altre sedi. È stato un evento eccezionale per i danni causati e per massa d’acqua. Ci sono stati danni maggiori in montagna, ma in città il torrente Nure ha scelto un nuovo corso causando gravissimi problemi. L’effetto era impossibile da prevedere a Roncaglia. Ricordo che i tecnici della Regione Emilia-Romagna ci spiegarono che se le nuvole d’acqua si fossero addensate solamente cento metri più a est sull’Appennino, l’alluvione avrebbe colpito in modo pesante Parma e non noi».

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