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Cronaca

Ikea, Si Cobas: «Per ora 11 licenziamenti, pronta una campagna di boicottaggio»

Caso Ikea, sono arrivate a destinazione quasi tutte le lettere contenenti l'esito del procedimento a carico dei 33 lavoratori di San Martino sospesi dal 5 maggio scorso. Il Si Cobas: «Per ora i licenziamenti sono 11, ma potrebbero essere 20. Nel finesettimana pronta una campagna di boicottaggio»

Dopo l'assemblea della cooperativa San Martino domenica scorsa dalla quale il consiglio di amministrazione è uscito con l'autorizzazione dei soci di "procedere senza indugi per tutelare la legalità e il lavoro", il Si Cobas, che tutela i 33 lavoratori della San Martino sospesi dal lavoro e ai  quali la coop ha inviato a ciascuno l'esito del procedimento, non si era più fatto sentire, nonostante il presidio davanti ai cancelli di Ikea fosse rimasto.

Ora, dopo l'arrivo di quasi tutte le lettere della cooperativa San Martino agli operai sospesi dal 5 maggio scorso, lanciano una campagna di boicottaggio. In tutto dovrebbero essere 11 licenziamenti anche se le voci parlano di 20: «Dopo aver ignorato l’accordo sottoscritto in Prefettura, esautorandola di fatto, la Cooperativa San Martino ha preso tempo per rafforzare la campagna antisindacale e giungere alla formulazione di numerosi licenziamenti colpendo il Si Cobas e la struttura dei delegati nel Deposito Ikea. Entro oggi dovremmo conoscere il numero esatto dei lavoratori licenziati. Al momento ce ne risultano 11 e voci di corridoio parlano di circa 20».

«Licenziamenti politici in piena regola con Ikea a dirigere l’orchestra repressiva ed i reparti antisommossa, ospitati all’interno del Deposito della multinazionale, pronti ad uscire in caso di blocchi. Nella fortezza Ikea - continuano - rimpinguata anche di decine di nuove “leve mutualistiche” a fare i facchini, l’aria è pesante ed il controllo sui lavoratori associati al nostro sindacato è pressoché marziale».

«Intanto, nel gioco tra le parti, Cgil e Filt di Piacenza scoprono il tema dell’”applicazione integrale del contratto nazionale” badandosi bene dal denunciare che retribuzioni ed istituti erogati del “sistema delle cooperative” sono calcolati non in base alle ore contrattualmente previste, ma sulle ore effettive di lavoro ordinario, con una pesante erosione salariale che rappresenta la vera fortuna della lobby del mutualismo made in Italy e, al tempo stesso, la miseria della condizione del lavoratore, apparentemente socio ma sostanzialmente supersfruttato».

«Una Cgil che vede la soluzione attraverso “un vero tavolo di trattava coordinato dalle istituzioni locali nel quale tutti i soggetti coinvolti (Ikea, San Martino, Sindacati Confederali) facciano due passi in avanti” attendendo fiduciosa, nel segno della legalità, “tutti quelli che ci vogliono provare insieme a noi”, ed una San Martino che gli fa eco dichiarandosi “disponibile a confronti che abbiano lo scopo di migliorare il clima aziendale”».

E ancora: «Questo balletto di buoni propositi e cortesie avviene proprio mentre sulle teste di decine di operai si è abbattuta la scure padronale dopo un’intensa campagna che li ha voluti bollare come “facinorosi e violenti”, quindi illegali, ed alla quale hanno partecipato attivamente proprio i cosiddetti soggetti coinvolti: ikea, San Martino, Istituzioni, Sindacati Confederali. Operai da sacrificare alla “democratica dialettica” del profitto che pretende lavoratori ricattati e sottopagati, silenziosi e sottomessi. Il blocco sociale messo in piedi per questa “operazione chirurgica” è emblematico di un sistema corrotto e marcio che vuole soffocare ogni espressione di autonomia ed indipendenza dei lavoratori per salvaguardare lo status quo».

«Nelle ultime settimane, mentre Ikea aveva spostato i volumi a Lione, la solidarietà ai lavoratori in lotta all’Ikea ha iniziato ad estendersi sul territorio nazionale con decine di iniziative davanti ai punti vendita. Con un Deposito senza merce ed in attesa dei pronunciamenti sulle 33 sospensioni (del tutto prevedibili), negli ultimi giorni l’assemblea dei lavoratori ha deciso di sospendere lo sciopero ad oltranza per  far rientrare i volumi, lasciando aperto lo stato di agitazione. Ora che i volumi sono tornati ed il verdetto del boia è stato formalizzato, la risposta a questi licenziamenti politici non avverrà solo sul territorio piacentino.

E concludono: «Facendo appello alla solidarietà di classe, i lavoratori in lotta presso il Deposito Ikea ed il Sindacato SI.Cobas lanciano una campagna di boicottaggio alla multinazionale Ikea invitando alla mobilitazione ed al sostegno attivo contro i licenziamenti politici. Sabato e domenica 25 maggio sviluppiamo iniziative di denuncia, controinformazione e boicottaggio presso i negozi portando a conoscenza della clientela cosa IKEA intenda per “stile di vita positivo verso le persone e l’ambiente”»

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