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Cronaca

«Il campanilismo sanitario è un grave errore»

La risposta di Bruno Galvani, portavoce del coordinamento dei comitati, all'Ausl di Piacenza e ai suoi professionisti

"Detto che abbiamo assoluto rispetto delle tanti voci autorevoli che si sono alzate in difesa del piano di riordino ospedaliero redatto dall'Ausl di Piacenza, vogliamo chiarire che i comitati di rappresentanza dei tanti cittadini che, preoccupati del futuro della loro salute e soprattutto quella dei loro figli, hanno già detto no al piano con 40.000 firme a questi veri e propri tagli (ma i 40 posti letto del Distretto Levante proprio non interessano a nessuno? E il depotenziamento dell'ospedale di Castel San Giovanni?), si avvalgono anche loro di esperti di alto livello e quando espongono i loro suggerimenti e critiche lo fanno ascoltando non solo il cuore, ma anche consigli tecnici, magari di specialisti del settore, e non, per quanto assolutamente rispettabilissimi, di cardiologia o di oncologia". Con queste parole Bruno Galvani, presidente della Fondazione Anmil Onlus e portavoce del Coordinamento dei Comitati di Castel San Giovani, Villanova e Fiorenzuola d'Arda, interviene ancora una volta sulle scelte sanitarie che andranno in votazione domani, quando si riunirà alle 15 in Provincia la Conferenza Sanitaria Territoriale. Tra gli esperti, si immagina che Galvani si riferisca anche al prof. Sergio Lotta, che per tanti anni è stato il primario dell'unità spinale di Villanova ed ha collaborato per un periodo anche con l’altro “hub” regionale di Montecatone e l'architetto Alberto Ferruzzi, che ha una lunghissima esperienza di edilizia ospedaliera.

"Tra il limiti di questo riordino, lo spostamento dell'unità spinale di Villanova a Fiorenzuola - continua Galvani - grida davvero vendetta. Avremo davvero sperato che i vertici dell'azienda sanitaria piacentina, insieme a tutta la Ctss, si fossero spesi fino allo sfinimento per provare seriamente a realizzare un vero e proprio centro d'eccellenza del quale andare fieri e che poteva avere nell’Unità spinale la "punta di diamante" della sanità piacentina. Certo andavano trovati i fondi necessari per potenziare o istituire gli aspetti oggi carenti o addirittura mancanti. Ovviamente siamo tutti consapevoli che le  nuove linee guida di accreditamento, che potrebbero essere approvate in un futuro prossimo, evidenzierebbero i limiti attuali della struttura e ne potrebbero mettere a rischio il futuro.  Ma nella consapevolezza che,  come prima cosa, andrebbero additati i responsabili  di una politica sanitaria pessima che ha penalizzato negli ultimi 10 anni questo centro - sottolinea Galvani - ribadisco il concetto: con il giusto investimento si potrebbe avere una realtà che risponderebbe appieno alle esigenze di questi pazienti, che necessitano di una equipe multidisciplinare di alto livello, ma anche di spazi vitali come la palestra per l’avviamento allo sport (e a Villanova cè già al suo interno e nel raggio di 100 metri vi sono altri impianti sportivi), di una piscina riabilitativa adeguata e di un parco. A Montecatone si sono spesi soldi pubblici per recuperare il loro parco secolare e farlo diventare una “palestra” all’aperto tanto decantata, qui non conta un cavolo! Già eravamo abbastanza convinti che spostare il tutto a Fiorenzuola fosse un errore, ma da quando ci è stata data l'opportunità di vagliare il progetto, abbiamo capito che sarebbe proprio una disdetta.  Gli attuali 10 posti letto di unità spinale sono oggi all'interno del presidio ospedaliero G. Verdi di Villanova sull'Arda. I posti letto totali di riabilitazione di questo ospedale sono 37. I metri quadrati disponibili per questi 37 pazienti sono 4500. L'Ausl nel suo progetto per il nuovo centro riabilitativo a Fiorenzuola ha a disposizione 5200 m2 (e non gli 8000 che vuole far credere dato che, da progetto, circa 2 dei 6 piani sono inutilizzabili) per circa 80 posti letto. Forse chi non ha una specializzazione in tal senso (e vuole solo dire si al capo) o non ha avuto necessità di essere riabilitato per gravi problemi neurologici, non può comprendere pienamente l'importanza dello spazio in riabilitazion, che deve contenere anche tantissimi ausili ingombranti. Allora diciamocelo chiaro: qui ci sembra sia più una questione di dannoso “campanilismo sanitario”, che li spinge ad affermate “l’unità spinale non si deve perdere”. Peccato che l’abbiamo persa nel momento che la si è volutamente asfissiata. A questo punto, tenuto conto che alcuni aspetti che potrebbero fare la differenza neppure si vogliono valutare e che la nuova collocazione dentro all’ospedale di Fiorenzuola, diventerebbe un  “carcere” per i mielolesi, chiediamo ai vertici della sanità piacentina di dimostrare per davvero di avere a cuore la salute di questi pazienti: costituiscano pure nel blocco B un eccellente polo riabilitativo, ma l’Unità spinale la lascino andare in un posto che almeno, se non proprio tutto, possa garantire il più alto livello di cure mediche, come potrebbe essere la sanità di Parma. Perché ho gli dai veramente tutto a questi pazienti, a almeno dagli le migliori specialità. Tenerlo qui per un mero “campanilismo” sarebbe l’ennesimo errore. Chiudo dicendo che grida vendetta che i capigruppo del Comune di Piacenza non abbiano deciso di dedicare un consiglio comunale o una Commissione consigliare al riordino della sanità piacentina. Questa scelta parla da sola e probabilmente ci dice il loro livello di interesse per la cosa pubblica”.

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