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Cronaca

Immobili demaniali e militari, siglato l'accordo con il Comune

Firmato oggi a Palazzo Farnese l'accordo tra il Comune di Piacenza (insieme a Torino, Trieste e Padova), Agenzia del Demanio (rappresentata dal direttore Reggi) e il Ministero della Difesa. Piacenza dispone di 19 immobili in più da valorizzare (e mettere in vendita)

Sette immobili di proprietà del ministero della Difesa – le caserme Nino Bixio, Lusignani, Nicolai -, l’ex Arsenale militare, l’ex centro automobilistico, l’ospedale militare, la Pertite – e dodici dell’ufficio del Demanio – caserme Cantore, De Sonnaz, Alfieri, Pietro Cella, Jacopo Dal Verme, l’ex chiesa di San Lorenzo, i palazzi Serafini, Costa Ferrari, Madama, Landi, della Posta, l’ex casa dei martiri fascisti - passano ufficialmente al Comune di Piacenza. Questo in sintesi il contenuto dell’accordo siglato questa mattina a Palazzo Farnese tra il sindaco Paolo Dosi, l’Agenzia del Demanio rappresentata dal direttore Roberto Reggi e il sottosegretario alla difesa Gioacchino Alfano.

Insieme a Piacenza, altri tre comuni beneficeranno del federalismo fiscale avanzato da Reggi: Torino, rappresentata dall’assessore al bilancio Gianguido Passoni, Trieste – l’assessore al bilancio Andrea Dapretto – e Padova, con il primo cittadino Massimo Bitonci.  «Si sono firmate 4 intese – spiega il direttore del Demanio Reggi, ex sindaco di Piacenza - con 4 comuni differenti: la finalità comune è quella di recuperare dei pezzi di città che oggi sono in degrado che possono essere valorizzati con investimenti pubblici e privati. Grazie alla regia dei Comuni, che conoscono bene la città, si possono realizzare interventi – con investimenti pubblici e privati - che portano lavoro e recuperano ferite presenti nei territori. È un’iniziativa del Demanio che vuole accompagnare i sindaci in questo recupero. Da sindaco ho sempre avuto grandi difficoltà con il Demanio, ho avuto poche soddisfazioni. Vorrei evitare che i sindaci si trovassero nella mia situazione. Adesso accompagnerò i territori».

Vi sarà un gruppo di lavoro che stabilirà la consistenza di un progetto di valorizzazione delle aree militari: in caso di alienazione di un bene dello Stato, al Comune di Piacenza spetterà una quota compresa tra il 5% e il 15% della vendita. La dismissione di un’area del Demanio invece comporterà un incasso per il Comune del 15%. «Mi trovo oggi a beneficiare – è l’intervento del sindaco Paolo Dosi - di un percorso che ha origini lontane. Piacenza ha vocazione militare e questo non è un punto d’arrivo, ma una tappa di un percorso importante. C’è la prospettiva di poter valorizzare edifici importanti, che nelle nostre città sono luoghi che potevano avere destinazioni o avere possibilità di benefici economici in un periodo del genere. Ringrazio il demanio e Reggi per il lavoro che è stato predisposto e per questa accelerazione».

«Quando il pubblico vuole arrivare a un risultato – ha chiarito il sindaco di Padova Bitonci -  i tempi diventano stretti. Per vent’anni abbiamo pensato che fosse impossibile il federalismo demaniale, quando si parla di Demanio i cittadini pensano che un bene non verrà mai passato di mano».

«Se poi non vendiamo queste aree – ha esordito il sottosegretario Alfano - i ringraziamenti sono inutili. Reggi sta facendo con noi una scommessa: restituire alle città le aree militari non più indispensabili è una scommessa ancora tutta aperta. Noi abbiamo costituito una task force presieduta dal generale Caporotundo dall’aprile 2014 al riguardo, che l’obiettivo di mettere in contatto i Comuni e il ministero. Le questioni erano antiche, ora sta funzionando, ma delle volte è difficile prendersi in carico alcune aree. Diamoci una mano, c’è il rischio altrimenti che giornate come questa possono essere solo un bel ricordo. Ci sono vincoli, la caserma non deve rimanere vuota, va sfruttata. Verrà premiata la tempistica di chi interverrà prontamente. Queste valorizzazioni possono correre il rischio di interrompersi. È fondamentale avere una pianificazione delle aree militari».

«Negli ultimi mesi – racconta Alfano - hanno beneficiato di queste aperture del Demanio le città di Firenze, Roma, Napoli, e ancora Torino. Ora noi stiamo vincendo una scommessa, l’agenzia deve diventare il motore per restituire questi spazi alla città. Dobbiamo anche creare ottimismo in un momento di depressione. Noi ci stiamo liberando di questi immobili, ma un po’ di sofferenza c’è, i militari hanno sempre cercato di tenerseli in disponibilità. Non sappiamo questi beni che fine faranno, speriamo che i sindaci ci dimostrino che sono stati atti efficaci. Ma viste le persone a questo tavolo, l’effetto sarà sicuramente positivo». I protagonisti dell’accordo hanno infine fatto una visita al Tondo di Botticelli, in partenza per Tokyo per una mostra sul rinascimento italiano.

Sull'accordo interviene anche il presidente di Confapi Industria, Cristian Camisa, dichiarando: «Apprendiamo con interesse della firma dell’intesa tra Comune di Piacenza, Agenzia del Demanio e Ministero della Difesa volta a valorizzare buona parte dei beni in stato di degrado della città. E’ un tema di cui si dibatte da anni e sicuramente dal valore strategico per la città e la sua economia. Proprio per questo alto valore riteniamo - afferma Camisa - che la presenza delle parti sociali, in rappresentanza del mondo del lavoro e dell’impresa, al gruppo di lavoro, che si costituirà tra i tre soggetti pubblici, possa portare un contributo importante. Proprio per dare completezza di vedute, conclude Camisa, pensiamo possa essere un’opportunità un ampio coinvolgimento di tutto il mondo produttivo, anche per una partecipazione preventiva nell’interesse di tutta la comunità locale».

Accordo sul federalismo demaniale - ©IlPiacenza

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