Imputato scalcia e urla in aula, aveva perseguitato una ragazza: «Tu devi essere mia moglie»
Imputato per stalking un liberiano: è accusato di aver molestato, pedinato, minacciato una piacentina. Centinaia di messaggi, chiamate. In aula, davanti a giudice e pm, esplode di rabbia e viene portato via a forza della polizia penitenziaria
Ossessionato fino al midollo tanto da renderle la vita un inferno. E' un vero e proprio incubo quello che ha vissuto una giovane piacentina perseguitata da un 35enne liberiano con centinaia di messaggi, chiamate, pedinamenti, agguati. I due sono stati per qualche mese colleghi di lavoro e dal primo giorno l'uomo non l'ha lasciata più stare e ora è sul banco degli imputati con l'accusa di stalking. Nell'udienza del 31 gennaio quando ha testimoniato il compagno della vittima, ha iniziato ad urlare e a prendere a calci un tavolo in aula Galli tanto che è stato portato via a forza dalla polizia penitenziaria perché diventato violento e pericoloso (l'uomo è detenuto dal 2021). L'udienza è stata sospesa dal giudice Camilla Milani (pm Monica Bubba). L'uomo è difeso dall'avvocato Sara Brienza, mentre la donna è parte civile con gli avvocati Maria Rosa Zilli e Carlo Alberto Caruso.
Tutto ha avuto inizio nel 2019 e i fatti si sono svolti in provincia. La giovane lavorava nell'azienda di famiglia e lo straniero era stato assunto: da quel momento lui ha deciso che Giulia (nome di fantasia) doveva essere a tutti i costi sua moglie e la madre dei suoi figli. Ha anche contattato la famiglia della ragazza dicendo che lei era la prescelta e non dovevano opporsi alle sue volontà. Nei giorni di Pasqua nel 2021 l'ennesimo episodio: si è presentato sotto casa della sua famiglia e ha tentato di aggredire il fidanzato con un sasso che in aula ha spiegato quanto la sua ragazza fosse cambiata: «Ha dovuto cambiare tutte le sue abitudini, era terrorizzata, piangeva, non si sentiva più sicura ad uscire da sola e faceva fatica a dormire. Era una ragazza solare e questa situazione l'ha davvero sconvolta». Giulia dopo alcuni episodi aveva sporto denuncia ed erano cominciate le indagini dei carabinieri, nel frattempo per l'uomo era stata spiccata un'ordinanza cautelare che prevedeva il divieto assoluto di contattarla, avvicinarla, recarsi nei luoghi e posti che lei frequentava, poi l'arresto in flagranza del 2021. Il 31 gennaio hanno parlato come testi anche i genitori, gli zii e un altro collega di lavoro: tutti hanno confermato l'inferno vissuto dalla piacentina. Il processo è stato aggiornato a maggio.