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Cronaca

«In quale hotel mi portate?»: Filosa da Capo Verde a Rebibbia. Deve scontare ancora 10 anni

L'ex direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Piacenza e Mantova, ora 70enne, è stato arrestato l'8 aprile 2017 sull’Isola di Sal dopo una latitanza di sette mesi. Deve scontare ancora 10 anni, 8 mesi e 5 giorni. E' stato estradato in Italia la note scorsa

«In quale hotel mi portate?», lo avrebbe detto Alfonso Filosa, stupito, ai carabinieri che lo hanno accolto la notte scorsa all'aeroporto di Fiumicino dopo l'estradizione da Capo Verde. In nottata è stato portato nel carcere romano di Rebibbia. 

L'ex direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Piacenza e Mantova, ora 70enne, è stato arrestato l'8 aprile 2017 sull’Isola di Sal dopo una latitanza di sette mesi. Deve scontare ancora 10 anni, 8 mesi e 5 giorni di reclusione per corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio, peculato, induzione, concussione continuata ed in concorso. L'uomo, dopo lunghe e complesse indagini della Catturandi, sezione del Nucleo Investigativo dell'Arma, guidato dal maggiore Massimo Barbaglia, era stato individuato e poi arrestato a Capo Verde, in spiaggia. Dopo la sentenza della Cassazione del 20 settembre la quale dichiarava inammissibile il ricorso, è diventata  esecutiva la condanna di secondo grado, a quel punto Filosa aveva fatto perdere le proprie tracce scappando in Africa. 

Dopo l'emissione dell'ordine di cattura, i carabinieri dell'Investigativo hanno cercato Filosa ma hanno scoperto che aveva venduto le proprie automobili, aveva chiuso tutti i conti correnti, contratti, utenze e si era anche separato dalla moglie (con la quale, dicono i militari, aveva sempre avuto un ottimo rapporto): si era preparato alla latitanza assicurandosi comunque la pensione senza avere di fatto intestati beni "aggredibili".

Immediatamente sono state attivate le ricerche su tutto il territorio nazionale, ma dell'ex direttore non c'era traccia. Su impulso dei carabinieri, la Procura Generale della Repubblica di Bologna ha avviato nuove indagini dirette dal sostituto procuratore generale, Giancarlo Di Ruggiero. Grazie a sofisticate indagini tecniche, ed incrociando una notevole massa di dati parziali, i militari hanno scoperto che il latitante effettuava movimentazioni bancarie dall'estero su conti on line. Non è stato facile rintracciarlo, raccontano gli inquirenti: dagli accertamenti hanno scoperto che utilizzava il Deep Web, che non è indicizzato dai motori di ricerca tradizionali, facendo così figurare che si collegava da New York, Lisbona, Londra. Nonostante questi accorgimenti è stato incastrato anche da un prelievo bancomat di 90 euro in uno sportello a Praia, capitale di Capo Verde. 

L'ESTRADIZIONE - Filosa, una volta localizzato dai carabinieri è stato arrestato l’8 aprile 2017 dalla Polizia di Capo Verde su richiesta del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (Interpol) e trattenuto in stato di detenzione in attesa di estradizione. Le pratiche estradizionali sono state complicate dalle precarie condizioni di salute dell’arrestato, in effetti il volo di rimpatrio è stato più volte rinviato ed è stata necessaria una particolare assistenza medica durante tutto il viaggio. Finalmente, nella scorsa nottata il detenuto è giunto scortato da personale Interpol ed accolto dai militari del Nucleo Investigativo di Piacenza che hanno provveduto alla notifica del provvedimento restrittivo su suolo italiano. Subito dopo è stato portato al carcere di Rebibbia, a disposizione della Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bologna. Il 70enne si è stupito quando ha saputo che sarebbe andato in carcere, ai carabinieri ha infatti chiesto, una volta atterrato, in quale hotel avrebbe alloggiato. 

LA STORIA - Alfonso Filosa era stato arrestato il 24 giugno 2009 alle 17: era stato filmato all’interno del proprio ufficio mentre riceveva un assegno bancario di 1.500 euro dall’amministratore delegato di una ditta di Fiorenzuola d’Arda, a titolo di "bustarella". 

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