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Cronaca

In seicento al corteo del Si Cobas: «Moustafa Elshennawi deve essere liberato»

Moustafa Elshennaw, l'egiziano che prese parte al pestaggio del carabiniere il 10 febbraio "deve essere liberato", lo chiedono i suoi compagni del Si Cobas a pochi giorni dalla condanna. Seicento le persone scese in corteo anche per protestare contro il nuovo Governo. Stoccate anche al sindacato rivale Usb. Imponente il servizio d'ordine

Si è svolto senza tensioni e disordini il corteo antirazzista organizzato dal sindacato Si Cobas che ha visto la partecipazione di seicento persone tra le quali un centinaio appartenenti a centri sociali del Nord Italia e del Collettivo ControTendenza di Piacenza. Si è partiti dai Giardini Margherita per raggiungere attraverso via La Primogenita, viale Patrioti lo Stradone Farnese, dove poco prima del Dolmen il corteo è terminato. Presenti, per il Si Cobas, Aldo Milani, Carlo Pallavicini, Bruno Scagnelli e Mohamed Arafat. «Piacenza è una città centrale per lo snodo della battaglia antirazzista costruita in questi anni a partire dai magazzini, per questo è nostro compito farci carico di tracciare una linea di resistenza di piazza alla retorica razzista ascesa ai vertici dello Stato», sostengono gli organizzatori.

Bersagli principali dei cori Matteo Salvini, la Lega Nord, il nuovo Governo ma anche il sindacato rivale Usb e la magistratura piacentina colpevole a loro dire "di aver condannato a una pena esagerata e ingiusta" l'egiziano che con lo scudo d'ordinanza ha picchiato, durante il corte del 10 febbraio, il brigadiere capo dell'Arma, Luca Belvedere, che ad oggi, per le lesioni riportate, non è ancora rientrato in servizio.  Il questore Pietro Ostuni al termine del corteo ha voluto incontrare e ringraziare personalmente tutti gli agenti, i carabinieri, la polizia municipale e gli uomini dell Croce Bianca e Croce Rossa per il lavoro svolto: «E' stato un servizio impegnativo considerato il numero dei partecipanti ma è stato fatto un ottimo lavoro da tutti e sono molto soddisfatto. Ringrazio tutte le forze dell'ordine e il Comune per il contributo e l'assistenza garantiti dagli agenti della polizia municipale, e anche Iren».

Imponente il servizio di ordine pubblico coordinato dalla questura di Piacenza e che ha visto in campo la polizia, i carabinieri, la polizia municipale e la guardia di finanza, tutti con i reparti mobili e i battaglioni. Tra loro anche agenti della Digos, della squadra mobile, dell'Anticrimine e del nucleo informativo dei carabinieri, delle stazioni di Piacenza con il Radiomobile e il nucleo Investigativo dell'Arma. Le strade del centro interessate dal passaggio del corteo sono state sgomberate dalle auto già dalla mattina presto, mentre pattuglie delle forze dell'ordine hanno presidiato a vista ogni angolo del tragitto. I timori che il corteo potesse deviare lungo il percorso erano consistenti, e l'attenzione, così come la tensione, erano alte. Un servizio d'ordine particolarmente impegnativo dopo i gravi scontri avvenuti il 10 febbraio scorso in centro nella nostra città durante una manifestazione analoga al culmine dei quali venne aggredito un carabiniere. E' proprio di pochi giorni fa la sentenza di condanna a 4 anni e 8 mesi di reclusione per uno dei tre responsabili arrestati, un facchino egiziano del SiCobas, Moustafa Elshennawi. 

Corteo del Si Cobas in centro ©Gatti-Bonetti/IlPiacenza


 

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