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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Inchiesta Levante, i carabinieri davanti al giudice

Fissata l’udienza preliminare a metà dicembre.In cinque scelgono il rito abbreviato. Altre dieci persone, accusate di spaccio, invece hanno deciso di patteggiare la pena

L’inchiesta che ha coinvolto alcuni carabinieri della stazione Levante e numerosi spacciatori è arrivata all’atto finale. Il 14 dicembre, infatti, è stata fissata la prima udienza preliminare dopo la richiesta di giudizio immediato, chiesta dai sostituti procuratori Matteo Centini e Antonio Colonna, che hanno coordinato le indagini che avevano portato a indagare una decina di militari dell’Arma. E tre giorni dopo, si terrà la prima udienza del dibattimento con uno dei carabinieri che non ha scelto un rito alternativo. In cinque hanno scelto il rito abbreviato, che prevede lo sconto di un terzo della pena, mentre per altri militari e altri accusati l’inchiesta deve ancora essere chiusa (in totale si tratta di nove persone). Con i carabinieri ci sono, inoltre, una decina di persone accusato di detenzione e spaccio di stupefacenti. Questi ultimi hanno già chiesto alla procura di patteggiare. Fra gli spacciatori, ci sono anche alcuni magrebini che hanno accusato i militari di lesioni e tortura perché non avrebbero, secondo le accuse, più voluto fare gli informatori e fornire indicazioni sui pusher da arrestare. E avrebbero raccontato di violenze e botte nella caserma Levante, che venne poi sequestrata, un caso che resta unico in Italia.

Pesanti, invece, le accuse nei confronti dei carabinieri, con imputazioni che vanno dallo spaccio, alla tortura, all’arresto illegale, al falso, all’abuso di ufficio. Per i magistrati, coordinati dal procuratore capo Grazia Pradella, alcuni carabinieri avrebbero gestito un traffico di droga, per lo più hascisc e marijuana, durante il lockdown da marzo in poi. Le indagini svolte dalla Guardia di finanza e dalla sezione investigativa della Polizia locale, avevano portato la procura a far scattare gli arresti il 22 luglio. A optare per il rito alternativo - i difensori chiederanno di condizionarlo all’acquisizione di atti o all’ascolto di testimoni - sono Giuseppe Montella (difeso dagli avvocati Giuseppe Dametti ed Emanuele Solari) Salvatore Cappellano (assistito da Paolo Fiori), Giacomo Falanga (con gli avvocati Daniele Mancini e Paolo Molaschi), Daniele Spagnolo (difeso da Francesca Beoni e Aldo Truncè). I primi tre sono ancora detenuti, mentre Spagnolo è agli arresti domiciliari. Il rito abbreviato è stato scelto anche da Marco Orlando (assistito da Antonio Nicoli), il maresciallo ex comandante della stazione Levante, in via Caccialupo.

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