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Cronaca

Inchiesta pass a falsi invalidi, falso e truffa: quattro condanne

Quattro imputati: 2 anni per un medico Ausl, un anno e 10 mesi a una donna, e un anno e mezzo ciascuno a un avvocato e al convivente della piacentina

AGGIORNAMENTO - Sono stati condannati tutti e quattro gli imputati del processo. Il medico piacentino è stato condannato a una pena di 2 anni e a una multa di 2900 euro. La ragazza, S.V. di 44 anni, condannata a un anno e 10 mesi e 1900 euro di multa; il fratello 36enne e l'amico 63enne entrambi a un anno e 6 mesi e 1700 euro di multa

Sono state pesanti le richieste di condanna del pm Antonio Colonna al termine della requisitoria per il processo che vede imputate quattro persone, accusate di falso e truffa, per i pass invalidi a finti malati. Le pene più alte sono state chieste per un medico dell'Ausl, G.R., 3 anni di reclusione; per una piacentina rappresentante di farmaci, S.M., 2 anni e sei mesi. Un anno e mezzo, invece, è stato chiesto per l'avvocato M.M., fratello di S.M, e per L.B., ex convivente della donna. La sentenza, che sarà emessa dal giudice Elena Stoppini, è attesa dopo le 21 di oggi, 23 gennaio.

Nel processo si sono costituiti parte civile il Comune e l'Ausl (solo nei confronti del medico). Gli avvocati Cosimo Pricolo e Antonio Trabacchi, per l'Ausl, si sono rimessi al giudice per il risarcimento lasciandolo decidere in via equitativa. Elena Vezzulli, invece, legale dl Comune, ha chiesto in totale 32mila euro di risarcimento (per danni patrimoniali e non patrimoniali) e una provvisionale subito esecutiva di 10mila euro per l'Amministrazione comunale.
Unanime, infine, la posizione dei difensori che hanno chiesto l'assoluzione per i loro assistiti. Graziella Mingardi assiste il medico; Eleonora Grossi, i due fratelli; l'avvocato Lorenzo Cea difende L.B.

Secondo Colonna, il medico avrebbe rilasciato almeno dieci certificati falsi, in diversi anni, ai loro amici. La donna, poi, secondo l'accusa sarebbe stata il collettore di tutti quei certificati e avrebbe ottenuto il pass invalidi, non avendone diritto, per 6 anni e sei mesi. A portare alla luce la vicenda era stata la polizia municipale, tra il 2010 e il 2011, che aveva dubitato del permesso per invalidi su un'auto dalla quale era scesa una donna con i tacchi a spillo. I certificati medici che avrebbero attestato la disabilità dei tre amici del medico sarebbero stati artefatti. Secondo le difese, che hanno sempre sostenuto l'innocenza dei loro assistiti, le patologie dichiarate erano vere e le certificazioni rilasciate, per ottenere il pass invalidi, erano autentiche.
 

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