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Cronaca Stazione / Piazzale Guglielmo Marconi

Disgelo tra Comune e pendolari: «Riecco a voi le chiavi della sede»

Sepolta l'ascia di guerra tra l'associazione di Fittavolini e il Comune. L'assessore Rabuffi ha restituito le chiavi della sede in piazzale Marconi. «Ora volgiamo poter raggiungere Milano in 20 minuti»

«Per prima cosa, chiediamo al Comune di restituirci le chiavi della sede, come ha affermato il Tribunale dando torto alla precedente amministrazione». Detto, fatto. L’assessore alla Partecipazione, Luigi Rabuffi, ha estratto le chiavi e consegnato a Ettore Fittavolini, presidente dell’Associazione pendolari Piacenza, la ricevuta da firmare.

E’ cominciata sotto il segno del disgelo e della concretezza la nuova stagione dei rapporti tra i pendolari e l’amministrazione Dosi. Una stagione, però, il cui clima andrà verificato sulla base delle cose fatte. Oltre alle chiavi della sede di piazzale Marconi, i pendolari piacentini hanno subito messo sul tavolo la proposta di utilizzare la Tav e raggiungere Milano in 20 minuti. Nulla di impossibile, anzi.

«Il nostro progetto - ha raccontato Fittavolini - venne premiato nel 2006 dal ministero dei Trasporti come una delle migliori 300 idee per migliorare l’efficienza delle Ferrovie». Da allora non se ne seppe più nulla, nonostante accordi di programma e promesse fatte a piene mani.«Terrò un rapporto leale - ha affermato Rabuffi – e sono qui per ascoltare le vostre proposte. Ho intenzione in seguito di mantenere rapporti stretti con voi».

Oltre all’uso della Tav («con treni normali»), i pendolari hanno rispolverato temi ancora irrisolti: dalla velocizzazione dei viaggi, alle condizioni delle carrozze e della sicurezza, al cadenzamento, ai parcheggi (la proposta è di nuovi posti negli spazi della ex squadra rialzo) e alla viabilità in piazzale Marconi. «C’è una diffida da adempiere - ha continuato Fittavolini – su velocizzazione e cadenzamento dei treni ogni 30 minuti. Il Comune aveva diffidato le Ferrovie. Le opere di compensazione per la città sono state fatte, ma noi non abbiamo ricevuto nulla. Chiediamo che i 50 minuti di percorrenza, fino a Milano Centrale, siano reali».

Oggi, l’80 per cento dei pendolari viaggia verso Milano, il restante verso Parma, «ma i problemi sono gli stessi». No secco all’idea di rapporti con Trenord e di metrò leggero - «ne esiste anche uno pesante?» ha ironizzato Fittavolini – la richiesta è solo di accorciare i tempi: con i regionali, si impiegano tra i 60 e i 90 minuti. E ancora, la sicurezza: «Una porta si è aperta durante un viaggio - hanno raccontato i pendolari all’assessore - e una donna ha rischiato di cadere. Era terrorizzata. Quel treno non sarebbe dovuto partire e lo abbiamo detto al capotreno. Lui ci ha risposto che se eravamo in viaggio era per grazia di Dio». Da qui, un fiume di aneddoti su carrozze strapiene, troppo calde o troppo fredde, porte che non si aprono e freni che prendono fuoco. A Rabuffi, il lavoro non mancherà.
(In basso, i pendolari al tavolo in Comune insieme all'assessore Rabuffi)

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