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Cronaca

«Incontro con i tecnocrati dell'Emilia Romagna. Ci chiediamo a cosa serve la Regione»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPiacenza

A seguito della proclamazione da parte della scrivente organizzazione sindacale dello Stato di Agitazione della Polizia Locale della Regione Emilia Romagna, per la modifica formale ma non sostanziale di una Legge Regionale 24/2003 che per dare il contentino ai vari politici e burocrati di turno sarà distante dalle richieste di sicurezza degli agenti e dei cittadini, nel pomeriggio di ieri siamo stati convocati presso la Prefettura di Bologna.

Presenti il Vice Prefetto Sallusto; per il Diccap/Sulpl il Segretario Regionale Paolo Sarasini e i Segretari Provinciali di Bologna (Giuliano Corso), Reggio Emilia (Luca Falcitano), Modena (Federico Coratella, nonché coordinatore Regionale) e Parma-Piacenza (Miriam Palumbo); in rappresentanza della Regione, i due responsabili area Polizia Locale Gianluca Albertazzi e Alberto Sola. Grande assente, la parte politica. Ad apertura della seduta il Vice Prefetto ritiene che l’incontro non possa essere considerato alla stregua di una conciliazione tra le parti ai sensi della Legge 146/90, ma un mero tavolo conoscitivo in quanto sostiene che la nostra controparte non è la Regione ma i Sindaci. Eppure, a nostro avviso, l’art.4 c.2 dell’accordo siglato tra Aran e le OO.SS. in data 13.03.2002 non lascia spazio ad interpretazioni nella parte in cui stabilisce che “La proclamazione degli scioperi relativi alle vertenze nazionali di comparto deve essere comunicata alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per la Funzione Pubblica; la proclamazione di scioperi relativi a vertenze con i singoli enti deve essere comunicata agli enti interessati. Per le vertenze a livello di struttura territoriale decentrata, la proclamazione degli scioperi deve essere comunicata ai responsabili delle strutture interessate secondo il livello della vertenza.” 

Il Diccap/Sulpl ha preso la parola mettendo sul tavolo tutta una serie di problematiche e di istanze della Polizia Locale della Regione E/R, facendosi portavoce della base: 

  • la Sicurezza dei Lavoratori: Federico Coratella in particolare ha sottolineato che la parte preponderante del nostro lavoro si svolge su strada, con tutti i rischi che ne derivano nell’epoca della globalizzazione; pur tuttavia non rientriamo tra le categorie usuranti e riteniamo necessario che la Regione si faccia carico di ciò, anche alla luce delle ultime incombenze derivanti dal decreto Minniti.  
  • La Regione nell’ambito della nuova Legge dovrebbe definire degli standard minimi nei quali tutta la Categoria possa riconoscersi: imporre ad esempio di non mandare in giro il singolo Agente, incentivare il servizio armato, in che modo? Noi abbiamo proposto di non finanziare quei Comuni che non si adeguano alle linee guida che una Regione seria dovrebbe indicare per tutelare i suoi operatori in Divisa: il Segretario Regionale Sarasini ha puntato il dito in particolare sul Comune di Ferrara che ancora oggi ha scelto di non armare i suoi Agenti, imponendogli però di espletare turni notturni e contravvenendo a quanto stabilito dal Ministero dell’Interno (rif. DM 145/87); compito della Regione, oltre a quello di introdurre un sistema dissuasivo dal punto di vista degli incentivi, dovrebbe essere anche quello di imporre a chi non arma i propri Agenti, il termine del servizio entro le ore 22. Occorre a nostro avvisto porre fine ad un sistema premiale per le Amministrazione che non si adeguano. Ci è stato risposto che tuttavia quella Amministrazione ha rispettato altri standard come quelli delle assunzioni e dunque è stata meritevole di sovvenzionamenti! 
  • Sarasini chiede uno stanziamento di contributi regionali per tutelare gli Agenti a fronte della eventuale richiesta di risarcimento danni contro terzi; dai tecnocrati della Regione ci è stato risposto che i Dirigenti pagano da se l’assicurazione. Noi dubitiamo e in ogni caso, se anche fosse vero, non esiste il raffronto tra un cud dirigenziale di circa 150 mila euro annui e il cud medio di un normale Agente che stenta ad arrivare a 26 mila euro annui, e a nostro avviso non regge nemmeno il confronto dei rischi che si possono correre stando dietro una scrivania, trincerati nei propri uffici climatizzati d’estate e riscaldati d’inverno e i problemi in cui può incappare un operatore su strada. 
  • richiesta di partecipazione dei rappresentati di Categoria maggiormente rappresentativi a livello regionale che operano sul campo, al comitato tecnico, ad oggi aperto solo ai Comandanti…
  • necessità che i Comandanti provengano dalla Polizia Locale, dunque abbiamo ribadito la richiesta di cassare il “preferibilmente” dal testo di Legge, abbandonando il malcostume di voler accontentare le richieste degli amici del politico di turno, correndo il rischio che a capo di un Comando ci possa essere un ingegnere o magari un Dirigente dell’Anagrafe, sarebbe come incaricare un panettiere che fa un buon pane di progettare un ponte o viceversa! 
  • Sulla questione della Polizia Provinciale ci è stato risposto che il tavolo su cui discuterne era un altro, ma non è dato sapere quale!

Tutte queste richieste potrebbero essere accolte dalla Regione, unica deputata a legiferare in materia di Polizia Locale. Albertazzi dice che nei vari incontri che si sono susseguiti in Regione durante l’iter di modifica della Legge Regionale, il Diccap/Sulpl, al pari di altri sindacati, ha avuto la possibilità di interloquire ma ad un certo punto si è dovuto fare il punto della situazione con Anci (noi precisiamo con i burocrati di Anci) e gli altri portatori di interesse, per poi approdare in Consiglio Regionale. 

Noi ci chiediamo quali siano gli interessi per la Regione, quelli degli amici politici o quelli dei Lavoratori e dei Cittadini? Evidentemente i primi, a discapito dei secondi.  Alla luce dei fatti, non dichiariamo sin da ora che siamo disposti anche ad occuparlo quel Consiglio Regionale nel giorno in cui approderà il disegno di Legge. 

Vergognoso e significativo al tempo stesso il fatto che la parte politica non si sia degnata di partecipare all’incontro di ieri; questo denota disinteresse e distanza di certa politica dalle istanze dei Lavoratori che operano sul territorio e dei Cittadini, come ha giustamente sottolineato Luca Falcitano: non garantendo tutele e sicurezza per i suoi operatori, questi non potranno garantirla ai Cittadini.  La Regione ha piuttosto deciso di inviare in rappresentanza i due ex colleghi Sola ed Albertazzi che sembrano aver dimenticato cosa significa lavorare in strada; si sono ormai calati alla perfezione nel ruolo di tecnocrati, che teorizzano sulla materia, avendo perso il contatto con la realtà. 

Dunque da parte nostra enorme delusione per l’indifferenza del sistema e a questo punto ci chiediamo anche a cosa servano le Regioni se, come affermano, nulla possono… Comunque andremo avanti e preannunciamo sin da ora un autunno caldo.  Come sempre, noi ci abbiamo messo anima e cuore, la controparte la fredda ragione che muove e caratterizza gli interessi dei tecnocrati/burocrati.

Dirigente SULPL Emilia-Romagna, Miriam Palumbo

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