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Cronaca

«Insulti disgustosi e violenti a tre agenti della polizia locale, esposto alla polizia postale»

Le tre agenti stavano multando le persone sedute in piazza Cavalli applicando l'ordinanza sindacale che lo vietava, poi gli insulti su Facebook. Il Sulpl: «Se un’ordinanza non è condivisa il cittadino può avvalersi della facoltà di fare ricorso nelle opportune sedi»

«In esecuzione del mandato sindacale ricevuto e per la tutela dei diritti e dell’immagine dei lavoratori della Polizia Locale, la segreteria Sulpl nazionale ha ritenuto doveroso intervenire a tutela e sostegno delle tre colleghe appartenenti alla Polizia Locale di Piacenza, e quindi depositare un esposto alla Polizia di Stato Compartimento Polizia Postale di Bologna per le offese e i commenti disdicevoli pubblicati a corredo del post di un giornalista e di un medico sulla bacheca pubblica dei propri profili Facebook, nel corso delle settimane appena trascorse». 

IL TESTO COMPLETO DELL'ORDINANZA SINDACALE VALIDA FINO AL 15 OTTOBRE 2020

«Non è la prima volta che  - si legge in una nota - ci rivolgiamo all’autorità giudiziaria per accadimenti di questo tipo. Diciamo però che questa volta si è superato il limite oltremodo. Le colleghe, che nulla hanno fatto se non il proprio dovere, in applicazione di una ordinanza sindacale anti Covid, emanata sulla scorta della legge dello Stato, e una direttiva di servizio che avevano solo l’intento di tutelare e preservare la salute pubblica, nulla di più, sono state letteralmente massacrate dai leoni da tastiera che sui social hanno vomitato tutto il loro odio. E’ stata augurata loro la morte, le peggiori malattie, una valanga di insulti sessisti, etichettate in modo disgustoso, violento e inaccettabile per un Paese che si definisce civile. Bisogna considerare che eventi di questo tipo hanno inevitabili ripercussioni oltre che nella sfera lavorativa, anche personale ed emotiva delle persone travolte da questo vortice di odio e violenza». Erano stati multati ragazzini minorenni e ciò aveva scatenato un vasto ed articolato dibattito. 

«Sono state lese - ribadiscono - la moralità, la dignità, la professionalità e il diritto alla privacy di queste colleghe, è stata oltraggiata e vilipesa la divisa della Polizia Locale, l’amministrazione ed il sindaco. Tutto questo è inaccettabile. Se un’ordinanza non è condivisa, come anche un verbale di contestazione, il cittadino può avvalersi della facoltà di fare ricorso nelle opportune sedi, può fare le proprie rimostranze, certo, in modo civile utilizzando il mezzo che ritiene più opportuno (senza escludere Facebook, perché no), ma occorre poi farsi carico anche delle eventuali conseguenze e assumersi le proprie responsabilità».

«Ricordiamo altresì che la responsabilità penale è personale e che - concludono - la diffusione di un messaggio diffamatorio attraverso l’uso di una bacheca Facebook integra un’ipotesi di diffamazione aggravata ai sensi dell’art. 595 c.3 del Codice Penale, poiché trattasi di condotta potenzialmente capace di raggiungere un numero indeterminato o comunque quantitativamente apprezzabile di persone. Questa volta le fattispecie penalmente rilevanti non si limitano meramente alla diffamazione, ma anche istigazione a delinquere, oltraggio, trattamento illecito di dati ed altro. Confidiamo nella giustizia».

L'ordinanza vieta "ogni forma di permanenza, aggregazione e/o stabile e continuativa occupazione dei gradini della scalinata del Duomo di Piacenza e della Basilica di San Francesco, dei gradini di accesso e dei portici di Palazzo Gotico, di Piazzetta Pescheria (intera area, ivi compresa l'area prospiciente lo scalone di Palazzo Gotico), di Piazzetta Plebiscito (zona di collegamento tra la stessa e Piazza San Francesco, nonché sui muretti di pertinenza della Basilica di San Francesco);della rientranza di Via San Siro in prossimità dell’area di accesso alla Galleria del Cinema Politeama".

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