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Cronaca

«Interi settori stanno morendo e le indicazioni del nuovo decreto non danno né tranquillità, né risposte»

Barbieri: «Il Governo deve fornire quanto prima tutti i chiarimenti attesi, perché non è pensabile tenere tante persone in uno stato di totale incertezza, sia per la sicurezza che per l'economia locale». Bonaccini: «Mi auguro che le date di riapertura di commercianti, bar, parrucchiere e palestre vengano riviste e anticipate»

«Ritengo che ad oltre due mesi dall'inizio dell'emergenza Covid sia necessario aver ben chiaro cosa è accaduto nella fase 1 e cosa dobbiamo aspettarci nella fase 2. Per chiudere la “fase 1” occorre che la sanità ci fornisca risposte precise e puntuali sulla corretta lettura dei dati (contagi, decessi, numero dei positivi ancora alti nel nostro territorio) e su come si intenda effettuare uno screening della popolazione, perché dobbiamo assolutamente scongiurare il rischio di un secondo lockdown che sarebbe una catastrofe sotto ogni punto di vista», scrive Patrizia Barbieri sul proprio profilo Facebook. 

«Mentre per quanto concerne la ”fase 2” il Governo deve fornire quanto prima tutti i chiarimenti attesi, perché non è pensabile tenere tante persone in uno stato di totale incertezza, e questo sia per quanto riguarda le misure di sicurezza necessarie per la salute, sia con riguardo ai contributi necessari per il futuro economico della nostra provincia. Torno a chiarire  - ribadisce - che sia in quanto Sindaco di Piacenza, sia in qualità di Presidente della Provincia, i miei poteri sono limitati. Possiamo operare scelte sulla base delle decisioni che il Governo nazionale e la Regione Emilia-Romagna stanno prendendo. Cerchiamo di muoverci con anticipo, proprio per non perdere tempo prezioso, e cerchiamo di far sentire le nostre ragioni nelle sedi opportune, perché sia riconosciuto che Piacenza merita un trattamento diverso rispetto al resto del Paese, con maggiori aiuti economici e un più alto livello di attenzione».

«Dovremo abituarci a convivere con il virus. Ma ciò non giustifica il silenzio assordante su scuola e famiglie. Quali strumenti intende utilizzare il Governo? Quali sono le linee guida precise a cui certe attività dovranno attenersi per poter riaprire? Per esempio come potranno operare i bar e ristoranti? Perché parrucchieri ed estetisti dovrebbero stare fermi ancora oltre un mese? Ci sono interi settori che stanno morendo e le indicazioni del DPCM non danno né tranquillità, né risposte. Tutti comprendiamo l’importanza di una ripartenza graduale - soprattutto da noi dove è necessaria la massima prudenza vista la gravità della situazione - ma occorre che la ripartenza sia garantita a tutti». 

BONACCINI: «PASSI AVANTI, MA MI AUGURO CHE LE DATE DI ULTERIORI RIAPERTURE VENGANO RIVISTE E ANTICIPATE»

«Già da oggi – è intervenuto il presidente della Regione Stefano Bonaccini, sempre su Facebook - possono ripartire i distretti e le imprese del settore manifatturiero la cui attività sia rivolta prevalentemente all’export, comparti fondamentali per la nostra economia regionale come automotive, ceramiche, moda e altri ancora. Ovviamente, rispettando i protocolli sulle misure di massima sicurezza per lavoratori e lavoratrici. Un primo passo avanti dopo che il Governo ha accolto la nostra proposta, che qui abbiamo condiviso nel Patto per il lavoro regionale».

«Sempre da oggi, in Emilia-Romagna può riprendere la vendita di cibo da asporto (take away, ma non vale per Piacenza e provincia) Stefano Bonaccini-40da parte degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, anche artigianali, seppur dietro prenotazione e con accessi contingentati, per evitare assembramenti. Anche in questo caso, un primo passo avanti per bar, ristoranti, rosticcerie, friggitorie, gelaterie, pasticcerie, pizzerie al taglio, stavolta in seguito a un’ordinanza regionale. Tutto questo nella nostra regione, fatta eccezione per la provincia di Piacenza, dove, prudenzialmente, sono tuttora in vigore misure anti-coronavirus maggiormente restrittive. Dal 4 maggio, poi, ripartiranno l’intera manifattura, tutte le costruzioni e l’edilizia privata, oltre al commercio all’ingrosso funzionali ai comparti che riprenderanno. Così come sarà permesso tornare a fare attività motoria e sportiva singolarmente».

«Qualcosa di positivo, insomma, si sta muovendo. Nessuno di noi deve dimenticare come le misure adottate finora abbiano permesso di rallentare il contagio, a tutela della salute pubblica e delle persone. Non è quindi possibile un ‘liberi tutti’ generalizzato. Le persone hanno però dimostrato grande senso di responsabilità in questo lungo periodo di lockdown, allo stesso modo il senso di responsabilità di ciascun cittadino sono certo prevarrà nella fase che si sta per aprire, di convivenza col virus. Per questo, se l’andamento epidemiologico dovesse continuare a essere positivo, chiederemo al Governo di rivedere i tempi e le modalità di riapertura di quegli esercizi commerciali e di quelle attività (negozi, bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti, palestre, ecc.) che oggi, sulla base delle scadenze indicate ieri, vedono davanti a sé date ancora troppo lontane per la loro ripartenza, compresi i settori del turismo e della cultura. Così come indicazioni chiare dovranno arrivare su scuola e servizi per l’infanzia: a famiglie e genitori devono essere garantiti sostegno e servizi, soprattutto nel momento in cui si apprestano a poter tornare al lavoro».

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