«Internet non sostituisce la vita reale»: studenti piacentini a lezione di "social"
Cristina Fagone, vicequestore aggiunto della polizia di stato del compartimento della polizia postale di Bologna: «L'intento di "Una vita da social" è quello di girare l'Italia e rendere i ragazzi più consapevoli delle conseguenze di azioni che sembrano soltanto virtuali ma che in realtà hanno una ricaduta sulla vita reale»
«L'intento di "Una vita da social" è quello di girare l'Italia - spiega Cristina Fagone, vicequestore aggiunto della polizia di stato del compartimento della polizia postale di Bologna - e rendere i ragazzi più consapevoli delle conseguenze di azioni che sembrano soltanto virtuali ma che in realtà hanno una ricaduta sulla vita reale. Internet deve essere qualcosa che integra la loro vita e non che la sotituisce». A Piacenza il truck di "Una vita da social" che gira tutta l'Italia per fare lezioni frontali sui social, sul loro uso corretto e per cercare di far diminuire gli episodi di cyberbullismo sarà sul Pubblico Passeggio per tutta la giornata di mercoledì 28 ottobre (dalle 9 del mattino). Sono state coinvolte nove classi medie e superiori di Piacenza che assisteranno alle lezioni e riceveranno consigli dagli esperti. L'iniziativa vede la collaborazione tra l'ufficio scolastico territoriale e la polizia postale. In due anni in tutta Italia sono stati incontrati 150mila studenti.
«Questa campagna educativa itinerante - continua il vicequestore aggiunto della polizia di stato - è stata fortemente voluta dalla polizia di stato. Vogliamo spiegare ai ragazzi che devono essere gelosi della loro privacy e della loro intimità perché si sta diffondendo il fenomeno del sexting, ovvero l'abitudine di diffondere immagini intime su internet». Alla presentazione dell'iniziativa è intervenuto anche il giocatore di pallavolo e capitano di Lpr Volley, Hristo Zlatanov, lui stesso vittima di un brutto episodio su internet: «Bisogna stare attenti perché internet è un ottimo mezzo per stare vicini alle persone lontane ma è anche una ragnatela dove si può cadere facilmente e questo può succedere sia agli adulti che ai ragazzi».
«Noi dobbiamo difendere e tutelare - afferma il questore Salvatore Arena - la vita reale. Ho raccomandato ai ragazzi di essere sempre attenti quando navigano su internet, soprattutto quando condividono alcune informazioni particolari. Un altro tema importante è quello del cyberbullismo: molti giovani hanno pagato a caro prezzo, a volte anche con la vita, l'essere stati additati su internet e sui social network».
La campagna educativa
E' ripartita da Ponticelli (Napoli) la più importante e imponente campagna educativa itinerante (57 tappe) realizzata dalla Polizia di Stato e dal ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca nell'ambito del progetto "Generazioni Connesse" del Safer Internet Center Italia, sulla sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della rete. Un progetto al passo con i tempi delle nuove generazioni, co-finanziato da quest'anno dalla Commissione europea, che lo ha riconosciuto come una delle migliori "best practices" in Europa.
Nel corso delle due edizioni precedenti ha raccolto un grande consenso: gli operatori della polizia postale e delle comunicazioni hanno incontrato circa 150milla studenti nelle piazze e 800mila nelle scuole, 25mila genitori, 10.800 insegnanti per un totale di 2.800 istituti scolastici, 18mila chilometri percorsi e oltre 130 città raggiunte sul territorio. Ancora una volta le istituzioni scendono in campo insieme ad associazioni, aziende e società civile per un solo grande obiettivo: fare in modo che i gravissimi episodi di cronaca culminati con il suicidio di alcuni adolescenti ed il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non avvengano più.
Da Napoli a Milano passando per tante città tra cui L'Aquila, Pescara, Pesaro, Rimini, Modena, Parma e Piacenza gli operatori della polizia postale, attraverso un truck allestito con un'aula didattica, incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma esplicito adatto a tutte le fasce di età. Secondo una ricerca di Skuola.net, realizzata per la polizia di stato, su un campione di circa 4mila studenti di scuole medie e superiori, 2 studenti su 3 affermano che le proprie competenze digital provengono in tutto o quasi da esperienze di apprendimento extra scolastico. Solo l'8% degli intervistati attribuisce alla scuola un ruolo fondamentale nell'alfabetizzazione informatica.
Da questi dati si evince l'importanza delle attività di formazione e sensibilizzazione che, nell'anno passato, hanno coinvolto una buona fetta ma non la totalità degli studenti. Sempre secondo la ricerca di Skuola.net, il 58% degli studenti, nell'anno scolastico 2014/2015, non ha ricevuto dalla scuola incontri di formazione sull'uso consapevole della rete. La restante parte invece ha potuto usufruire di queste opportunità formative, anche se 1 si 4 ha deciso di non prendervi parte.
I social network infatti sono ormai diventati uno strumento di comunicazione del tutto integrato nella quotidianità dei teenager. La stessa polizia di stato, quotidianamente, interagisce con i cittadini attraverso le pagine Facebook dell'agente Lisa e della Polizia di Stato, nonché con il profilo Twitter istituzionale. Preoccupa in maniera più forte il fenomeno del cyberbullismo: circa 2 ragazzi su 3 ritengono che fenomeni di questo tipo siano in aumento. Infatti la metà di loro ha avuto esperienza diretta o indiretta di fenomeni di questo tipo. Per questo motivo 4 su 5 accoglierebbero con favore incontri con esperti per formare gli studenti all'uso dei social. L'intera campagna educativa e le iniziative connesse sono inoltre condivise sulla pagina Facebook "Una vita da social" che, nel corso dell'ultimo anno, ha raggiunto 700mila visualizzazioni settimanali sui temi della sicurezza online.