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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Interrogatorio fiume di Montella in carcere, potrebbero aprirsi nuove piste investigative

Scandalo Levante. E' durato quasi quattro ore l'interrogatorio di garanzia di Giuseppe Montella, l'appuntato dell'Arma finito in carcere con alcuni colleghi. Gli avvocati: «Camorra? Fantasia. Destituite da ogni fondamento le feste con le escort»

Potrebbero aprirsi nuove piste investigative dopo l’interrogatorio fiume di quasi 4 ore dell’appuntato Giuseppe Montella. Il carabiniere è stato sentito, il pomeriggio del 25 luglio, nel carcere delle Novate dal giudice per le indagini preliminari Luca Milani. All’interrogatorio di garanzia erano presenti anche il sostituto procuratore Antonio Colonna (l’altro pm che svolge le indagini è Matteo Centini) e i difensori del militare, gli avvocati Giuseppe Dametti ed Emanuele Solari. «Ha chiarito i fatti che gli vengono contestati e ha risposto a tutte le domande» hanno detto i difensori, circondati dai giornalisti alla loro uscita dal carcere. Montella è ritenuto dagli inquirenti il leader della gang di carabinieri e spacciatori che si sarebbe ricavata uno spazio nel mercato piacentino di hascisc e marijuana da almeno tre anni. Montella, in particolare, avrebbe risposto a ogni singola contestazione - 40 capi di accusa e almeno una decina di reati - con chiarezza e coerenza, indicando situazioni precise. Non si sa se il militare abbia indicato altre persone o se abbia fatto riferimento alla catena di comando, ma non avrebbe cercato di coinvolgere i colleghi della stazione Levante con cui ha lavorato fino a quattro giorni fa. Un aspetto, quest’ultimo, che non sarebbe emerso nemmeno dagli interrogatori degli altri quattro carabinieri sentiti finora dal giudice. Montella avrà riferito al giudice, ad esempio sul filone dello spaccio, i dettagli della realtà della droga, la sua provenienza, il profitto ricavato, i contatti con i pusher, i luoghi degli approvvigionamenti, i diversi tipi di stupefacente. E anche da qui potrebbero aprirsi altri filoni di indagine.

CAMORRA E FESTINI - «Ha risposto a tutte le domande e fornito tutte le spiegazioni che doveva fornire, ora inizia la parte difensiva» hanno proseguito gli avvocati di Giuseppe Montella, Emanuele Solari e Giuseppe Dametti all'uscita dal carcere. L'appuntato dell'Arma si trova rinchiuso alle Novate da martedì mattina quando è stato arrestato dai finanzieri assieme ai suoi colleghi della Caserma di Piacenza Levante nell'indagine Odysséus che ha alzato il velo su una serie di reati gravissimi che sarebbero stati commessi dai carabinieri.  «Se un interrogatorio dura più di tre ore vuol dire che c'è la volonta di spiegare altrimenti si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere. Le indagini  - ha proseguito Solari - stanno andando avanti e ci saranno ulteriori riscontri. Il mio assistito è stato collaborativo al 100% perché c'è la volontà di fare chiarezza. Non c'è nessuna regia da parte di Montella ma fatti che vanno spiegati». Incalzato dai giornalisti sulla presenza della Camorra in questa vicenda dice: «E' fantasia». E ancora sulle escort e i festini: «Circostanze destituite da ogni fondamento». «Gli esseri umani - ha concluso - possono commettere errori, alcune condotte possono avere rilevanza penale, altre no. C'è chi può sbagliare per ingenuità o anche vanità. Sono fiducioso perché credo nella giustizia. Chiedo alla stampa, perché non fa bene a nessuno, visto che ci sono anche di mezzo figli minorenni, di non dipingerlo alla Scarface perché non è così». 

Talita Zilli e Luigi Scarcello (foro di Reggio Emilia), difensori dell'appuntato Salvatore Cappellano non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. 

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