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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Arresto cardiocircolatorio: con l'ipotermia terapeutica curati sette pazienti

Presentato alla cittadinanza un percorso di ipotermia terapeutica per il trattamento dei pazienti con arresto cardiocircolatorio. In questo modo i nostri ospedali compiono un nuovo, decisivo passo in avanti nel percorso del trattamento dell'arresto cardiaco e delle sue conseguenze. Ecco di cosa si tratta

Presentato alla cittadinanza un percorso di ipotermia terapeutica per il trattamento dei pazienti con arresto cardiocircolatorio. In questo modo i nostri ospedali compiono un nuovo, decisivo passo in avanti nel percorso del trattamento dell’arresto cardiaco e delle sue conseguenze.

L'ipotermia terapeutica è il trattamento che ha lo scopo di abbassare la temperatura corporea interna al fine di migliorare la prognosi in alcuni sottogruppi di pazienti. Alla presenza di Andrea Bianchi (Direttore Generale), Massimo Nolli (Direttore Anestesiologia e Terapia Intensiva), Giovanni Quinto Villani (direttore Cardiologia), Stefano Nani (Coordinatore del 118), Maurizio Molinelli (Presidente Coop Eridana), Daniela Aschieri (il Cuore di Piacenza) è stato illustrato il percorso che si avvale già della rete di defibrillatori sui mezzi di soccorso territoriali ed in dotazione alle forze dell’ordine, e che permette un primo, precoce e decisivo intervento di riattivazione del ritmo cardiaco, viene completato con il trattamento del freddo per limitare i danni cerebrali dovuti all’arresto.

Attualmente tale tecnica del freddo viene utlizzata già sull’ambulanza durante il trasporto in ospedale, e questo grazie ai pads contenuti in borse frigo (valore del kit circa 15.000 euro), donati dall’associazione “il cuore di Piacenza”. Le ambulanze dotate del kit oggi sono già 7. Una volta che il paziente è arrivato in ospedale, l’ipotermia viene implementata con una speciale attrezzatura biomedicale (“Arctic-Sun” valore circa 30.000 euro) che porta, in modo controllato,la temperatura del paziente a 32 ° C a 34 ° C per circa 48 ore. L’attrezzatura utilizzata in terapia intensiva è stata donata dalla Coop Eridana.

Nella nostra provincia questa tecnica è utilizzata già dal mese di aprile e da allora sono stati sette i pazienti trattati. Cinque pazienti hanno recuperato totalmente le funzionalità cardiache e cerebrali e stanno bene. Corrispondente al 66% dei pazienti trattati con questa tecnica (2 su 3). Un paziente trattato di recente è tutt’ora ricoverato in terapia intensiva.

La peculiarità della soluzione piacentina è che essa non aumenta il rischio per il paziente poiché è a bassa invasività, al contrario di altre tecniche che prevedono l’abbassamento della temperatura mediante iniezione attraverso cateteri di liquidi freddi.

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