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Cronaca Villanova sull'Arda

L’Ausl presenta la sua riorganizzazione: l’unità spinale di Villanova andrà a Fiorenzuola

L'azienda sanitaria locale illustra la riorganizzazione della rete ospedaliera. Castello riferimento per la chirurgia programmata con degenza a 5 o 7 giorni, l'unità spinale va da Villanova a Fiorenzuola. Baldino: «Nessun depotenziamento, impossibile mantenere la riabilitazione a Villanova, potrebbe diventare un centro federale del Comitato Paralimpico»

Dopo 22 incontri dell’ufficio di presidenza della Conferenza sociosanitaria, un anno di riunioni con i professionisti dell’azienda e incontri con i comitati e le associazioni che operano negli ospedali, l’Ausl ha presentato ufficialmente il piano di organizzazione e sviluppo della sanità locale. Il piano – presentato davanti a un folto pubblico nella sala consiliare della Provincia - persegue l’obiettivo di un riordino della rete ospedaliera, la riorganizzazione dei servizi territoriali e quella interna all’azienda. L’Ausl promette il mantenimento e potenziamento di tutti e quattro gli ospedali della provincia: Piacenza, Castelsangiovanni, Fiorenzuola e Bobbio. «Ogni ospedale assume una decisa specializzazione, a vantaggio dei pazienti». In particolare, si legge nel piano, viene «potenziata l’area medica di tutti gli ospedali, concentrata la casistica dell’area chirurgica, mantenuti e potenziati i tre pronto soccorso e i punti di primo intervento di Bobbio e Farini». Insieme a questo verrà creato un «polo interprovinciale riabilitativo altamente specializzato». In tutto questo Castello diventa la struttura di riferimento per la chirurgia programmata con degenza a 5 o 7 giorni (4 sale operatorie). «Vengono potenziate le aree mediche e cardiologica e radiologica. Rimane sede di guardia chirurgica h24. L’ospedale avrà 125 posti letto».

L’ospedale di Fiorenzuola ospiterà il polo riabilitativo interprovinciale con l’unità spinale che era a Villanova: avrà anche un’area di terapia sub intensiva e con alte tecnologie di riabilitazione. Sarà anche sede della scuola di fisioterapia dell’Università di Parma, mentre è ancora in discussione la possibilità di una scuola di fisiatria.

L’ospedale di Bobbio è già da gennaio un’“ospedale di comunità” da 24 posti letto, con 550mila euro di investimenti per tecnologie e oltre un milione per un adeguamento della struttura. Sono in corso le trattative per ospitare nella struttura di Villanova – rimasta senza l’unità spinale – un centro federale del Comitato Paralimpico italiano. Ovviamente nel piano è citato anche il futuro ospedale di Piacenza, che avrà 500 posti letto e 1500 parcheggi (tre per ogni posto letto). Il piano dovrà essere approvato dai sindaci fra una quindicina di giorni.

L’INTERVENTO DEL DIRETTORE GENERALE AUSL LUCA BALDINO

Baldino ha parlato per oltre due ore della riorganizzazione della rete ospedaliera, entrando nel dettaglio. «È un percorso partito dal luglio 2015 – ha spiegato - e che stiamo portando a termine. Dodici mesi di incontri serrati, assemblee. Perché un piano? Lo dicono i numeri, i nostri professionisti per essere competenti devono gestire un buon numero di prestazioni. Ci sono equipe mediche e chirurgiche nel Piacentino che non gestiscono abbastanza casi per essere competenti. Ci vuole una concentrazione della casistica». Il secondo motivo è «aver preso coscienza che non c’è equità di accesso in tutti i comuni», il terzo è la cronicità: «i malati cronici sono tantissimi, sono destinati ad aumentare e spesso non seguono i percorsi di cura adeguati». Malati che l’Ausl intende curare nelle Case della Salute. «Ospedale e Case della Salute fanno due cose diverse, il primo si occupa di problemi acuti, le case gestiscono le malattie croniche. La metà dei 40mila cronici piacentini non segue percorsi di cura, come dovrebbero». «Smettiamola di dire che servono per diminuire gli accessi al pronto soccorso. Ci serviamo di queste strutture per dare prossimità, per convincere i pazienti a seguire le cure».

«Non voglio – ha continuato - toccare le guardie mediche esistenti. Vogliamo portare i medici di un territorio a lavorare nella Casa della Salute senza toglierli da quella zona. Sarà un’integrazione. Aggiungiamo due case della salute alle nove già esistenti (Bobbio, Lugagnano e Carpaneto sono in fase di ultimazione): le nuove saranno a Piacenza e Fiorenzuola. Su Castelsangiovanni non ha senso realizzarla perché la più grande del territorio è presente nella vicina Borgonovo. Ci vogliono comunque più risorse, c’è bisogno di più tecnologia e più infermieri nelle Case della Salute. Il prossimo piano delle assunzioni relativo agli infermieri sarà utile per incrementare gli operatori».

Baldino ha passato in rassegna alcuni dati sulla medicina di gruppo per il diabete. «Siamo passati in un anno da meno del 50% a oltre il 95% di pazienti in cura. In via Veneto a Piacenza da meno del 50% a oltre l’85%. Sono dati incredibili. L’obiettivo futuro è attivare nelle Case l’ambulatorio infermieristico dalle 8 alle 18». Perché un residente in città, per una patologia, dovrà spostarsi a Castello? Cosa ci guadagna il cittadino nella concentrazione della casistica? «La sicurezza».

OSPEDALE DI CASTELSANGIOVANNI

«Non c’è alcun depotenziamento: nel 2014 avevamo 103 posti letto, oggi 127 (113 nell’ospedale e 14 in day hospital), domani 125. Le sale operatorie rimangono quattro, le unità specialistiche dieci. E il pronto soccorso rimane. Castello diventerà il riferimento territoriale per la chirurgia con degenza fino a 5 giorni per ginecologia, ortopedia e chirurgia e mantenimento dell’aree per degenza a 7 giorni per interventi programmati a più alta intensità di cura. Verrà mantenuta la chirurgia plastica. Tutto questo con l’obiettivo di aumentare il numero delle operazioni». «Ci è stato chiesto di mantenere la guardia chirurgica h24, stiamo valutando, si può tenere. Poi assicurazioni sulla sostituzione del primario che a breve andrà in pensione, e qua siamo d’accordo. Ribadisco che le modifiche – come il taglio della guardia cardiologica nelle 12 ore notturne - non fanno che aumentare la sicurezza degli interventi. È un’operazione, un tema che voglio portare avanti fino in fondo».

VILLANOVA

L’argomento più caldo è lo spostamento dell’unità spinale da Villanova a Fiorenzuola. «L’obiettivo prioritario è far sopravvivere l’unità spinale nella provincia di Piacenza. Oggi, affronta delle criticità: purtroppo c’è il confronto con Montecatone (Bologna), l’altra unità dell’Emilia-Romagna che ha 150 posti letto, mentre noi ne abbiamo 37. Loro hanno la terapia intensiva, noi neanche quella sub-intensiva. Loro hanno 22 letti per degenze specialistiche. Loro hanno gestito nel 2015 ben 645 casi (per lo più traumi) con pazienti da tutta la regione e dal resto d’Italia, noi 93 con prevalenza di cure. C’è un forte divario tra queste due strutture, non voglio parlare di cosa bisognava fare vent’anni fa. Il mio problema è che dalla Regione si accorgano della differenza: dobbiamo porci questo tema, prima o poi questi dati incomincerà a guardarli». Secondo Baldino mancano gli standard necessari per mantenere l’unità spinale in futuro nel Piacentino. «Questo mette Villanova fuori dai futuri accreditamenti, anche perché per una tac bisogna sempre andare a Fiorenzuola. È necessario che sia tutto contiguo. Come Ausl abbiamo inoltre il problema dell’anti sismicità della struttura». L’obiettivo, spostandolo a Fiorenzuola, è dotarlo di una terapia sub intensiva di 4 letti, con un polo diagnostico di immagini e tecnologia all’avanguardia».

Sistemare la struttura qua significa mettere sul piatto 8 milioni di investimenti, più un milione e 188mila euro di personale per avere due sub-intensive vicine. «A Fiorenzuola solo 970mila euro di investimento, senza costi per avere un unico staff per la sub intensiva. Questa è la strada che il territorio dovrebbe seguire: dieci milioni di euro da trovare sono un problema. Rimane tutto, con più sicurezza, sul territorio, spostando da Villanova a Fiorenzuola. Faccio le stesse cose meglio, 15 chilometri più in là, con dieci milioni di euro di spesa in meno».

«So che ci sono resistenze – ha concluso Baldino -, soprattutto dal sindaco di Villanova Romano Freddi. Stiamo approfondendo con il Comitato Paralimpico italiano la possibilità di trasformarlo in un centro federale. Se il territorio ostacolerà questa scelta, dovremo valutare cosa fare».

OSPEDALE DI FIORENZUOLA

«Così ognuno dei nostri ospedali avrà una vocazione unica nel suo genere nel territorio, nei prossimi anni nessuno la potrà mettere in discussione. Confermata la quota di 145 posti letto, tra cui i venti posti letto dell’unità spinale»

NUOVO OSPEDALE PIACENZA

I posti letto ipotizzati all’inizio (500-550) sono calati a 491. Baldino ha ricordato i problemi di spazio dell’ospedale “Guglielmo da Saliceto”. «Non trovo neanche 45 metri quadrati per una sala per i donatori di sangue dell’Avis. Abbiamo un drammatico problema di spazio. Il percorso per il nuovo ospedale è partito. Nel piano c’è anche questo tema. Ora la città dovrà scegliere l’area. Speriamo entro la fine dell’anno di firmare l’accordo di programma».

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