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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

L'ex laboratorio Pontieri diventa museo di cultura rurale, Dodi: «Sarà un luogo vivo» 

Il museo sarà articolato in più sezioni e si concentrerà sul periodo che va dall'unità d'Italia alla Grande Guerra. I costi di questa riqualificazione saranno probabilmente affidati a finanziamenti europei e a grandi sponsor

L'area dell'ex laboratorio Pontieri verrà a breve ceduta al Comune. Il riutilizzo di questo luogo è il primo progetto che vedrà la valorizzazione di questa serie di strutture che passeranno al Comune. In particolare l'area dell'ex laboratorio Pontieri diventerà un museo sulla meccanizzazione agricola e cultura rurale. Il progetto è proposto dalla Camera di Commercio e dal consorzio agrario Terrepadane. Il museo sarà articolato in più sezioni e si concentrerà sul periodo che va dall'Unità d'Italia alla Grande Guerra. I costi di questa riqualificazione saranno probabilmente affidati a finanziamenti europei e a grandi sponsor. 

«In attesa dell'acquisizione da parte della agenzia del demanio - afferma l'assessore Silvio Bisotti - dell'area dell'ex laboratorio Pontieri, anticipiamo la presentazione di quello che sarà uno del primo interventi che verranno proposti nelle varie aree. Il nostro museo sulla meccanizzazione agricola e cultura rurale non sarà un luogo immobile come la maggior parte dei musei: ci saranno tanti servizi molto innovativi. Probabilmente entro fine anno ci sarà la cessione al Comune mentre le prime opere si potranno vedere nel 2016». 

«Progetti di questo tipo, sul mondo dell'agricoltura - spiega il presidente della Camera di commercio Giuseppe Parenti - sono piuttosto rari e quindi pensiamo che questa struttura avrà parecchio successo non solo a livello locale».
«La parola museo - dice l'architetto Benito Dodi - in questo caso è da mettere tra virgolette in quanto questo sarà un luogo vivo: utilizzeremo la struttura come laboratorio coinvolgendo le facoltà piacentine. Inoltre il museo utilizzerà strumentazioni molto innovative». 

«Per quanto riguarda l'area a disposizione - continua l'archietto - stiamo parlando di 3mila metri quadrati utilizzabili. La struttura da cui si parte accoglie molto bene i servizi generali del museo: c'è una grossa facilità di uso perché sono tutti elementi modulari e ripetitivi». 
«In Expo - interviene Marco Crotti in rappresentanza di Terrepadane - i padiglioni più visitati sono quelli più interattivi. Per esempio quello del Giappone sembra che ti proietti in un altro mondo. Anche noi vogliamo questa visione del futuro ma vogliamo anche trasmettere il nostro passato. Questo tipo di progetto può comunicare alla società e ai nostri figli quello che è stato dell'agricoltura. Noi siamo frutto della nostra storia e per capire il futuro bisogna conoscere il passato». 

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Crotti, Parenti, Bisotti, Dodi-2

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