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Cronaca Vigolzone / Via Roma

L’insegna araldica del Biscione per l'addio a Barnabò Visconti di Modrone, duca di Grazzano Visconti

Nella chiesa di Grazzano Visconti una composta cerimonia per l'addio al nobile recentemente scomparso. Presenti numerosi rappresentanti dell'aristocrazia piacentina, milanese e romana frammischiati alle persone del borgo

La chiesa consacrata ai Santi Cosma e Damiano è presto, silenziosamente affollata da persone in abito scuro o comunque molto sobrio. Sono qui per dare l’ultimo saluto a don Barnabò Visconti di Modrone, conte di Lonate Pozzolo, figlio di Luigi e Madina Arrivabene Valenti Gonzaga e “titolare” del ducato di Grazzano Visconti. Il patrizio milanese, manager della Carlo Erba e della Giviemme, persona brillante piacevole e soprattutto gran signore e che per tutta la vita è riuscito a mantenere sempre una lucidissima coerenza di azioni e pensiero tra il mondo di appartenenza e la semplice quotidianità e le frequentazioni del piccolo borgo di Grazzano.

duca Barnabò e ...-2Nei primi banchi della chiesa si sistemano man mano la figlia Violante con Fabio Grassi, Giangaleazzo con Osanna Rebecchini, Valentina con Francesco Niutta, Ilaria coN Cesare Falletti e i nipoti del Duca. Nelle panche successive numerosi rappresentanti dell’aristocrazia piacentina, milanese e romana, frammischiati alle persone del borgo. La funzione inizia alle 11 con la semplice bara posata a terra e coperta da un drappo con l’insegna araldica del Biscione visconteo, ai lati due mazzi di fiori dai toni chiari: ortensie e magnolie raccolte nel giardino che il Duca curava assiduamente e con passione.

Questa assemblea – esordisce il celebrante don Pietro Maggi - testimonia la dignità e l’onore del nostro fratello Barnabò che in questa cerimonia di saluto ci spinge a richiamare la memoria dell’amore di un papà dolce e sensibile ritornato, dopo una vita di lavoro, a Grazzano che tanto amava in condivisione con i figli e i nipoti.  Il giusto – ha proseguito il celebrante citando la prima lettura del Libro della Sapienza, “troverà riposo, veneranda non è la longevità, ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza, le sue spoglie sono qui, ma lui è vivo nell’eredità di affetto, nella memoria degli amici e nel segno che ha tracciato nella storia..” .

La cerimonia prosegue composta e semplice, con momenti di commozione quando il celebrante asperge la bara con l'acqua santa e l’incenso “Nella luce del Risorto” e con la lettura di un ultimo saluto del nipote Emanuele Cito Filomarino.

Al termine della Messa la riservatezza cede il posto alle tante espressioni di cordoglio, poi il lento corteo al Cimitero del Borgo dove la nuda terra accogliere il corpo del duca. Osserva poco dopo il figlio Gian Galeazzo in un breve scambio di battute: “Mio padre qui si sente come a casa, e ora è con altri membri della sua famiglia in particolare tra il papà Luigi e la Mamma Madina”.

L'ANTICHISSIMA STORIA DI GRAZZANO VISCONTI

Gli Anguissola sono certamente presenti a Grazzano fin dal Trecento. Dopo cinque secoli (1388-1870) terre e castello di Grazzano sono ancora di proprietà degli Anguissola, precisamente del marchese Gaetano e della moglie Fanny nata Visconti di Modrone. Il marchese Gaetano morì il 13 settembre 1834 e l'immenso suo patrimonio, dopo la morte della figlia Anna e del figlio Filippo, passò alla vedova Fanny. A sua volta, quando nel 1884 morì Fanny Visconti di Modrone, l'ingente patrimonio fu diviso tra istituti di carità di Piacenza e suo nipote Guido Visconti di Modrone. Nei primi anni del Novecento il duca Guido Visconti di Modrone decise di affidare il castello di Grazzano e le terre circostanti, che aveva ereditato, al suo terzogenito Giuseppe che era allora poco più che ventenne. Questi pensò subito di dar nuova vita al castello di Grazzano ormai in rovina e creare un nuovo borgo attorno ad esso in stile neogotico.

La realizzazione del borgo di Grazzano e le opere benemerite nel campo assistenziale ed umanitario di Giuseppe Visconti di Modrone sono state così apprezzate che Vittorio Emanuele III con Regio Decreto cambiò il nome di Grazzano in Grazzano Visconti nel 1915 e conferì al conte Giuseppe nel 1937 il titolo di Duca di Grazzano Visconti con effetto di traslazione al figlio maggiore.  Da allora si sono succeduti nel titolo di Duca di Grazzano: Giuseppe Visconti di Modrone, Guido (primogenito), Luigi (fratello), Barnabò (primogenito) e Giangaleazzo (figlio).

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