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L’oro nero piacentino, Pogam “Piacenza Oil & Gas Museum” ne scrive la storia dai Romani alla Supercortemaggiore

La storia e l’origine geologica del petrolio nel territorio piacentino, è oggetto di un’importante mostra che verrà inaugurata mercoledì 1° ottobre

Da mercoledì 1° ottobre 2014 la  “Piacentinità” si arricchisce di una percorrenza museale espositiva che racconta  l’origine geologica del petrolio e prosegue  con reperti e illustrazioni che riguardano la storia della ricerca petrolifera piacentina. Il viaggio virtuale prende avvio dalle conoscenze all’epoca di Veleia Romana. Fra il XV e il XVIII secolo; furono poi numerosi, specialmente nell’area dell’ Appennino tosco emiliano, gli affioramenti spontanei, la raccolta e gli usi del petrolio identificato per quasi due scoli come Olio di Sasso. La nuova opportunità è stata illustrata in nome dei proponenti da Renato Passerini nell’ambito della presentazione della XX edizione del Geofluid, introdotta in Comune dal vice sindaco Francesco Timpano. Il naturalista Paolo Boccone nel 1684 attestava “ i contadini cuociono al calore di questi fuochi i loro castagnacci e parimenti vi cuociono le carni nelle pentole”. Dovrà passare però un altro secolo prima che Alessandro Volta individui con maggior precisione l’origine del gas naturale e con essa il modo di controllarlo: era il 3 novembre 1776.  Nel 1805 dal capitano Antonio Boccia incaricato dall’amministrazione francese di visitare i monti dei ducati di Parma e Piacenza onde capire i modi di vita dei valligiani, giunto nei pressi di Veleia osservò: “.. scendendo nel Chero tre quarti di miglio lungi dalla chiesa verso il nord veggonsi una superficie che arde finché non si spegne, e spenta che sia non si riaccende, se non vi si applichi di nuovo la fiamma ...”

Gli albori dell’indirizzo  “industriale” del petrolio si possono però collocare nel 1600 a Montechiaro (Rivergaro) con Lodovico Marazzani  e due secoli dopo a Montechino, Veleia e Gropparello. Il memorialista G. Galatti, nei primi anni del  ’900 affermava: “Oggi l’industria del petrolio è limitata, si può dire, al Piacentino, giacché non è il caso di tenere conto di alcuni tentativi di ricerca fatti in altre regioni e riuscite pressoché infruttuose perché i tentativi furono condotti empiricamente, senza la necessaria dottrina e senza conoscenza di quei processi e l’uso di quei mezzi di cui la scienza moderna dispone per simili industrie” . Ci furono anche  il “Texas” di Podenzano  con Luigi Scotti, poi i cantieri di Podenzano che tenne a battesimo la nascita dell’Agip, e dove furono perforati importanti cantieri per scavare pozzi sempre più profondi: 90, 120, 300,450, 800, 1200, 1400 metri, sino a giungere al “miracolo” di  Cortemaggiore. L’esposizione che viene inaugurata domani mercoledì è divisa tra il Museo di Storia Naturale il padiglione Negrotti nella collegata area Urban Center. L’idea del Museo piacentino frulla da alcuni anni nella mente di Germano Ratti, Podenzanese, già Team Leader dell’unità di ingegneria Eni , che ha via via “imbarcato” in un gruppo “No Profit” i veterani del settore Giuseppe Donato e Giuseppe Milani  e il giornalista Renato Passerini. Il gruppo dei promotori ha elaborato un progetto reso virtualmente  operativo, a titolo di volontariato, dagli architetti  Albert Ambri e Luca Rizzi. Un video tridimensionale  di presentazione da loro realizzato ha calamitato l’interesse del Prorettore del Politecnico ing. Zaninelli  e degli assessori Timpano, Albasi e Bisotti. La collaborazione della responsabile dei Musei comunali Antonella Gigli e di Carlo Francou, di Emilio Marani (Mastri del Lavoro), e di Mariano Andreoni ha permesso il concretizzarsi di una sorta di prodigio burocratico: in meno di un mese si è arrivati alla redazione e alla firma di una convenzione tra il Comune e l’Associazione Pionieri Vetereni Eni. Ottenuto il fondamentale sostegno di Drillmec, della Banca Centropadana, di Edison Gas Plus ed altri sponsor per i costi dell’allestimento sale, gli architetti e promotori hanno lavorato gomito a gomito da fine agosto ad oggi in un team, rinforzato Emilio Marani (Maestri del Lavoro) e da Mariano Andreoni, che ha trasformato la disponibilità di  spazi vuoti in un  documentatissimo percorso museale al cui allestimento sono stati determinanti il sostegno di Drillmec, Banca Centropadana, Edison, Gas Plus e Ramcube.

Il museo come trampolino di lancio

La struttura non è però un traguardo, ma una base di partenza perché la seconda parte del progetto prevede periodiche azioni formative rivolte a diplomandi e laureandi a indirizzo tecnico-scientifico. Tutor saranno le aziende che operano nell’ambito Oil & Gas. Gli studenti avranno così l’opportunità di conoscere oltre alla parte tecnica, anche la passione, il coraggio, la disponibilità lavorativa nazionale e internazionale. Tra le persone che al proposito hanno assicurato la loro disponibilità a figurare in un Comitato scientifico sulle azioni di formazione da promuovere vi sono: l’ing. Pietro Cavanna Edison, l’ing. Claudio Cicognani Presidente Drillmec, l’ing. Enzo Titone Presidente APVE , l’ing. Giuseppe Bellussi eni,l’ing. Renzo Capra ex Presidente ASM di Brescia,  il prof. Ing. Dario Zaninelli Prorettore Delegato per il Polo Territoriale di Piacenza del Politecnico di Milano, l’oncologo Prof. Luigi Cavanna  il dott. Pier Luigi Gardella già Direttore Generale Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza, il Comitato provinciale Maestri del Lavoro e altri.

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