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Cronaca Via Emilia Pavese

I militari si tengono quattro aree, il resto viene “restituito” alla città

Presentati dall'assessore Silvio Bisotti e dal sindaco Paolo Dosi gli ultimi sviluppi della "partita" tra Comune e ministero della Difesa per le aree militari presenti in città. I militari si insedieranno nei prossimi anni solo all'Artale, allo Scalo Pontieri, alla Macra Staveco a San Lazzaro e nell'ex Arsenale

«I militari hanno deciso: rimarranno all’ ex arsenale, allo scalo Pontieri, all’Artale e alla Macra Staveco di San Lazzaro». Di ritorno da Roma, dove hanno avuto un incontro con il ministero della Difesa e gli alti ufficiali dell'esercito, Silvio Bisotti e il sindaco Paolo Dosi illustrano un primo risultato ottenuto dagli sviluppi della dismissione delle aree militari. «Questa è una di quelle partite – ha esordito il sindaco – decisive in questi tempi in cui non abbiamo molte possibilità di immaginare progetti nuovi e grandi. Avevo chiesto di curare questa questione a Bisotti, insieme alla riqualificazione di Borgo Faxhall che è la più rilevante del nostro mandato. Contiamo di portare avanti nei prossimi anni anche lo sviluppo del polo del ferro, strategico per la città. Ieri a Roma – racconta – è stata una tappa significativa, ancora interlocutoria, ma c’è stato un aggiornamento importante. Ai militari abbiamo chiesto di dirci in modo definitivo quale sarà la loro posizione a Piacenza per il futuro. In passato erano circolate le voci più diverse – ritiri o potenziamenti -, ora ci hanno spiegato i loro progetti per il medio-lungo periodo. Ciò è interessante, perché ci permette di sapere quali spazi potrebbero essere fruibili da noi. Il prossimo appuntamento con loro sarà metà di novembre e al tavolo ci sarà anche il demanio».

«È cambiato notevolmente – spiega l’assessore Silvio Bisotti - l’atteggiamento dei militari verso queste strutture. Il patrimonio immobiliare dello stato va valorizzato: qua stiamo parlando di immobili vetusti, non in ottime condizioni, ma tutelati. Ora ci sono le condizioni per portare a casa qualcosa, c’è interazione fra i soggetti. E a Roma abbiamo ora una persona che conosciamo bene, una persona che sappiamo come lavora e ricoprirà un ruolo di interlocutore importante oltre al ministero della Difesa: sto parlando di Roberto Reggi. I militari si vogliono tenere l’Artale, lo Scalo Pontieri, l’ex Arsenale e la Macra Staveco di San Lazzaro. Tutte le altre aree e gli immobili verranno gradualmente dismessi. La Difesa non vuole più un pagamento per queste aree: in cambio vogliono che copriamo i costi di trasferimento da una zona all’altra. Esigono non spendere risorse per cambiare: per fortuna il loro atteggiamento è cambiato»

Alcuni immobili vedranno passare la gestione dalla difesa al demanio, e questo sarò un argomento di dibattito del prossimo incontro, che avverrà tra un mese. «Dobbiamo – spiega l’assessore – recuperare le risorse per garantire gli spostamenti e capire le priorità della città per un cronoprogramma di dismissione. Queste le due cose da fare ora, dobbiamo scegliere cosa ha la priorità in questo momenti, senza – ovviamente- lasciare altri vuoti urbanistici in una città di 100mila abitanti. Al momento sono le nostre priorità sono: la Pertite (ora sotto bonifica, e occorrerà spostare la pista prova carrarmati in un’altra zona), l’ospedale militare (ormai vuoto) insieme al vallo farnesiano (potrebbe essere la sede di qualche ufficio) e il laboratorio pontieri (per utilizzare alcuni spazi per un potenziale museo) insieme a una parte della Nino Bixio».

Dalla compravendita di immobili tra il Demanio e la cassa deposito prestiti, che poi a sua volta potrà vendere ai privati, il Comune può recuperare una cifra che va dal 5% al 15% del totale. Nel frattempo l’Amministrazione è impegnata nell’ottenere la totalità di Palazzo Farnese, mentre è in corso la stessa operazione per Bastione Borghetto: a breve verrà presentata una richiesta anche per Torrione Fodesta.

«Il ministro Pinotti – conclude Bisotti - si è interessata personalmente, sollecitata con impegno della nostra parlamentare Paola De Micheli. Saranno comunque soluzioni che andranno studiate bene: dovremmo ad esempio spostare il 90% dei pontieri nei nuovi alloggi». Nel frattempo l’assessore all’urbanistica ha informato che nei prossimi tempi verrà fatta una stima della cifra da impiegare nei prossimi 19 anni per il piano caricatore di Borgo Faxhall.

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