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Cronaca

«La lotta organizzata dei Cobas ha colmato la grave inefficacia degli altri sindacati»

Carlo Pallavicini: «Curcio (Fit Cisl) omette volontariamente che, a fronte di un contratto peggiorativo siglato fra parti datoriali e sindacati confederali, il Si Cobas è fresco di firma di un accordo separato decisamente migliorativo con i principali colossi del trasporto merci: Bartolini, SDA, TNT, GLS»

Carlo Pallavicini, portavoce S.I.Cobas, attivista del Nap e Capogruppo di Sinistra per Piacenza in consiglio comunale risponde in una nota
a quanto dichiarato da Spezia e riportato sulle colonne di Libertà: «Ciò che ha detto mi ha lasciato letteralmente basito. Parlare di “ritorno agli anni di piombo” in riferimento a sacrosante lotte per la dignità sul posto di lavoro ha il sapore della provocazione e restituisce l’immagine di quanto la classe padronale sia insofferente alle rivendicazioni dei lavoratori. Addirittura l’ormai ex-segretario della Fit-Cisl Colosimo, storicamente un detrattore del movimento della logistica organizzato attorno al S.I.Cobas, si smarca da certi toni pur non risparmiando delle valutazioni che giudichiamo del tutto errate. Colosimo sostiene infatti che le rivendicazioni del S.I.Cobas avrebbero costretto numerose aziende a lasciare il territorio piacentino. Non risulta tuttavia alcuna prova a supporto di questa affermazione. Se conoscesse la materia di cui parla, Colosimo dovrebbe piuttosto dare atto al S.I.Cobas di aver sottratto nel territorio piacentino oltre 400 giovani ragazzi a condizioni di lavoro nero, arrivando nel giro di tre anni a raccogliere oltre 1.000 aderenti e divenendo il primo sindacato nel settore della logistica».

«Un risultato che, va da se, non è arrivato per caso ma perché la lotta organizzata dal S.I.Cobas ha colmato la grave “inefficacia” degli altri sindacati di settore nel garantire i diritti dei lavoratori. Ulteriore fango gettano le dichiarazioni del segretario Fit-Cisl Emilia-Romagna Vincenzo Curcio: definire le migliaia di lavoratori che hanno preso parte a vertenze e picchetti “truppe cammellate specialisti nello sdraiarsi in mezzo alla strada” è qualcosa che presenta tutti gli estremi per una querela. Personalmente non uso avvalermi di questo strumento, ma presumo che il sindacato rifletterà se tutelare la propria immagine e quella dei lavoratori aderenti anche per via legale. Curcio fa un ulteriore clamoroso autogol quando sostiene che il movimento della logistica “chiede l’applicazione del contratto nazionale senza neppure averlo firmato”. Prima di tutto perché, da sindacalista, dovrebbe desiderare l’estensione delle tutele a tutti i lavoratori, mentre con queste dichiarazioni evidenzia come tale interesse sia per lui totalmente subordinato a una logica di appartenenza sindacale».

E ancora: «In secondo luogo, perché Curcio omette volontariamente una dolorosa (per lui) verità: e cioè che, a fronte di un contratto peggiorativo siglato fra parti datoriali e sindacati confederali, il S.I.Cobas è fresco di firma (proprio la settimana scorsa!) di un accordo separato decisamente migliorativo con i principali colossi del trasporto merci: Bartolini, SDA, TNT, GLS. Gli elementi progressivi contenuti in tale accordo sono tali e tanti che la firma è stata seguita da un’immediata, ennesima, ondata di iscrizioni al S.I.Cobas. Ciò che credo infastidisca questi signori è che le lotte imbastite dal S.I.Cobas per ottenere questi significativi miglioramenti (spesso dure e duramente represse dalle forze dell’ordine) hanno rimesso al centro del dibattito pubblico temi come la lotta di classe e il conflitto capitale-lavoro. Due spettri colpevolmente rimossi da altri sindacati ma la cui rimozione ha fruttato solo trent’anni di batoste a tutti i lavoratori italiani. In tempi di crisi e di sofferenza sociale, queste pratiche hanno saputo ridare speranza e far rialzare la testa, mentre in tante aziende da cui è assente il S.I.Cobas si continua purtroppo a trattare solo le “condizioni di resa” dei lavoratori (il mio pensiero, addolorato ma solidale, va agli operai RDB, alla Saipem di Cortemaggiore su cui aleggiano voci poco rassicuranti..)».

«Ciò è devastante per i lavoratori ma anche per gli imprenditori stessi: se qualche azienda decidesse in futuro di lasciare la logistica piacentina infatti non sarebbe, come sostiene Colosimo, a causa delle rivendicazioni operaie, ma piuttosto perché è un trend comprovato da tutti gli studi di settore che la logistica prospera laddove è in grado di migliorarsi e investire in innovazione tecnologica, non dove punta a fatturare esclusivamente sul taglio del costo del lavoro (meccanismo favorito in Italia dal gioco degli appalti alle cooperative), che produce lauti guadagni nell'immediato ma una scarsa produttività nel medio periodo: ce lo dimostrano la Germania, gli Stati Uniti, l’Olanda. In questo senso le lotte del facchinaggio-logistica sono il miglior vaccino non solo contro lo sfruttamento, ma contro una strategia di sviluppo economico miope (di cui la politica è corresponsabile) e la perdita di posti di lavoro, che altrimenti migrerebbero altrove non appena spremuto tutto lo spremibile da un dato territorio». Conclude la nota. 

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