rotate-mobile
Cronaca

La Piacenza antica di via Trebbiola e via Benedettine potrebbe essere valorizzata

La proposta formulata da un gruppo di cittadini è quella di riflettere sulla possibilità di collegare i reperti romani di via Trebbiola, con l’area ora destinata a posteggio, i cui lavori sono stati sospesi dalla Soprintendenza

Attenzione con opinioni favorevoli, e qualche dissenso, ha suscitato il precedente nostro articolo, che invitava a ripensare la destinazione a parcheggio dell’area di via Benedettine, un tempo a verde e scuderie dell’ex caserma Jacopo Dal Verme. La proposta formulata da un gruppo di cittadini è quella di riflettere sulla possibilità di collegare i reperti romani di via Trebbiola, con l’area ora destinata a posteggio, i cui lavori sono stati sospesi dalla Soprintendenza per permettere verifiche nel sottosuolo, utilizzando eventualmente il georadar che pur non essendo invasivo, permette la mappatura dei siti.

La zona di via Trebbiola compresa nella parte inferiore della strada risalendo poi per via Benedettine sino a via Giordano Bruno, è sicuramente significativa dal punto di vista della conoscenza della trasformazione urbanistica della nostra città. Comprende infatti Palazzo Madama la cui cinta muraria confina con l’area in pectore a parcheggio, la quale è adiacente all’ex caserma Jacopo Dal Verme posta in angolo alle vie Trebbiola- Benedettine. Sempre in via Benedettine vi è l’ex chiesa conventuale costruita nel 1677 sulla quale sono avviati progetti di restauro.  

Via Trebbiola è in comunicazione con viale sant’Ambrogio, ma sino al 1935 era un vicolo cieco che andava a chiudersi contro un antico oratorio.  Poi l’amministrazione comunale aveva abbassato l’esistente terrapieno dell’ex cinta muraria cinquecentesca e abbattuto l’oratorio. In tal modo aveva collegato viale sant’Ambrogio con via Roma da dove, all’altezza di via Trebbiola passava il decumano all’altezza del ramo orientale della via Postumia (l’attuale via Alberoni).

Indipendentemente da altri reperti che potrebbero emergere dalle indagini avviate dalla Soprintendenza nel sottosuolo dell’area di via Benedettine, sono già significative le memorie e le tracce emerse e conservate sulla zona dove terminava la città Romana. Il gruppo cittadino  promotore della richiesta di uno studio di fattibilità alternativo alla stesura di uno squallido manto di asfalto, è reperibile all’indirizzo mail: viatrebbiola@libero.it

LE CONSISTENTI E BEN VISIBILI TRACCE ROMANE DI VIA TREBBIOLA, AL CIVICO 44

Si riporta di seguito il testo delle Schede redatte dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i beni archeologici dell’Emilia-Romagna – Comune di Piacenza.

Piacenza è dotata di una cinta difensiva sin dal II sec. a. C. Ne conosciamo il tratto scoperto recentemente in vi Campo della Fiera. Già defunzionalizzato nei primi decenni del I sec. d.C. allorché gli si addossa dall’esterno l’anfiteatro. Una nuova fortificazione cinge la città in occasione delle prime incursioni barbariche (l’esercito imperiale è sconfitto presso Piacenza ad opera di Alamanni e lutungi nel 271 d.C.) Segmenti ne sono sati rimessi in luce in via Gazzola, presso piazza Cavalli e, di recente, in piazzetta delle Grida, sotto la parete del Gotico. Qualche tratto ne è tuttora visibile in alcuni scantinati di via Monte di Pietà mentre ne rimane memoria nella toponomastica civica (via Sopramuro). Un altro tratto di queste mura ricompare in via Trebbiola, in parte già collassato in antico per cedimento del terreno, era stato in epoca moderna danneggiato dalla costruzione di una cantina. Alle falde del pendio intenzionalmente ribassato, se ne è intravisto il fossato. L’area urbana resto stante ospita in età repubblicana – come altri settori periferici dell’abitato – un impianto produttivo con fornace. Parallelo al primo, taglia il rinterro del fossato un altro muraglione in laterizi, già utilizzato come argine del rivo S. Agostino. Si tratta del relitto di una terza cinta difensiva, che la sequenza stratigrafica data alla prima metà del VI secolo d.C. (Piacenza, sede della guarnigione bizantina, è espugnata dal re goto Totila nel 546), conclude il complesso archeologico della città rinascimentale: un ampio cortile pavimentato in cotto resecato dalle scuderie di Palazzo Madama.

FORNACE ROMANA  DI ETÀ REPUBBLICANA

Fornace a pianta quadrangolare ad unica imboccatura con camera di combustione bipartita. Il piano forato fra camera di combustione e camera di cottura ben conservato. La fornace era sigillata da uno strato con ceramica a vernice nera e altra ceramica del II sec. A.C.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

La Piacenza antica di via Trebbiola e via Benedettine potrebbe essere valorizzata

IlPiacenza è in caricamento