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Cronaca Strada Torre della Razza

Lavoratori sospesi all'Ikea, la coop San Martino replica: «Hanno bloccato un intero reparto»

Una trentina di lavoratori della cooperativa San Martino e iscritti al Cobas, in servizio presso il deposito logistico di Ikea in strada Torre della Razza sono stati sospesi. Dall'alba del 5 maggio presidiano i cancelli, la cooperativa replica: «Azioni e comportamenti non più tollerabili»

«La Cooperativa San Martino, a tutela sua e dei propri soci, (più di millecinquecento), ha ritenuto non più accettabile la situazione che si è creata presso l'impianto Ikea di via Torre della Razza, ravvisando da parte di un numero limitato di soci lavoratori, azioni e comportamenti non più tollerabili e fuori da qualsiasi dettame contrattuale oltre che di norme e leggi di riferimento. Pertanto per tali lavoratori soci si é provveduto a formalizzare per iscritto i fatti contestati e come di norma siamo in attesa di ricevere le eventuali giustificazioni» fa sapere il presidente Francesco Milza commentando la situazione che si è venuta a creare nella giornata del 5 maggio davanti ai cancelli. Dall'alba infatti una trentina di lavoratori gestiti dalla cooperativa e impiegati in Ikea sta presidiando l'ingresso e manifestando il disappunto per la decisione presa da San Martino.

«Nello specifico i fatti contestati si riferiscono al blocco di un intero reparto, operato senza preavviso dalle persone che hanno ricevuto le lettere di contestazione, impedendo così lo svolgimento dell’attività di tutti i colleghi dell’area oltre a generare problemi in termini di sicurezza dei lavoratori stessi. E non risulta neppure comprensibile la ragione che ha innescato tale iniziativa: la decisione del medico del lavoro di non adibire un lavoratore all’utilizzo del carrello elevatore per motivi di sicurezza e non certamente per scelta della Cooperativa San Martino, che anzi per non far perdere ore di lavoro a quel socio lo avrebbe comunque impiegato in altra attività», continua il presidente nella nota.

E conclude: «La prescrizione del medico del lavoro competente di adibire temporaneamente un lavoratore ad altre attività è infatti un’azione imposta dalle norme e in adempimento di un obbligo imperativo gravante sul datore di lavoro di tutelare la sicurezza, non solo del singolo lavoratore ma di tutti i lavoratori. Auspichiamo da parte di tutti i soggetti coinvolti una posizione seria e responsabile e che la vicenda prosegua all’interno dei percorsi già previsti dalle norme di legge riportando il sito ad una situazione di normale operatività con beneficio di tutti i soci lavoratori».

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