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Cronaca

«Le Poste dovranno rimborsare i buoni fruttiferi al nipote cointestatario dopo la morte dello zio»

Prima causa in Emilia Romagna vinta dall’avvocato Stefano Moruzzi: «E' un’obbligazione a cui non ci si può sottrarre dal rimborso». La sentenza destinata a fare giurisprudenza

Le Poste dovranno rimborsare per intero il buono fruttifero postale all’unico parente rimasto, anche se la cedola era stata firmata da due persone. E’ la prima sentenza di questo tipo in Emilia Romagna ed è destinata a fare giurisprudenza per altre cause di questo tipo. Lo ha stabilito lo scorso marzo il Giudice di pace Lidja Bruno, che ha respinto l’opposizione presentata da Poste Italiane, accogliendo invece la tesi dell’avvocato Stefano Moruzzi. Secondo il legale, il rimborso è un’obbligazione a cui le Poste non possono sottrarsi unilateralmente. Un indirizzo che stanno recependo alcune sentenze della Cassazione che hanno mutato orientamento rispetto al passato.

stefano moruzzi-2Un uomo scopre due titoli delle Poste alla morte dello zio. I buoni rimborsabili erano scaduti e avevano un valore di 3mila euro. Sui buoni c’era anche le firma del cointestatario, poi defunto, il quale aveva altri eredi. Dietro al buono fruttifero,  inoltre, c’è scritto - spiega Moruzzi - che, per la pari facoltà del rimborso, autorizza i titolari viventi a ottenere il rimborso integrale. Secondo le Poste, i buoni sono equiparabili al libretto postale e sono regolati dalle stesse norme. Il giudice, però, sostiene che si tratta di titoli diversi. Le Poste allora avevano sostenuto che andava liquidata solo la quota del nipote cointestatario dei due titoli e non quella degli aventi diritto. La morte dello zio, però, aveva fatto scattare la successione per cui, aveva sostenuto Moruzzi, al nipote spettava il rimborso integrale. (Nella foto l'avvocato Stefano Moruzzi)

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