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Cronaca

Le scuole di Parma e di Piacenza costrette ad accollarsi i costi dell’Invalsi, la Cisl non ci sta

La Cisl Scuola di Parma e Piacenza prendendo atto che la magistratura, anche sulla base di recenti novità legislative, ha deciso che gli insegnanti non possono rifiutarsi di somministrare le “prove Invalsi” agli alunni, è costretta ancora una volta a far presente che l’ente pubblico Invalsi (Istituto Nazionale di Valutazione Livelli Scolatici di Istruzione), struttura dotata di propria autonomia finanziaria, oltre alla semplice distribuzione delle prove continua a pretendere ulteriori attività dal personale scolastico, come si trattasse di dipendenti al proprio servizio. Viene richiesta: la tabulazione di dati, la correzione, la redazione di atti quasi mai limitati alla propria/e classi, costi che per ora gravano sulle singole istituzioni scolastiche, che si sobbarcano l’onere di retribuire il lavoro straordinario attingendo dal Fondo d’Istituto. Il riconoscimento economico di queste attività non è poi sempre così scontato in quanto alcuni dirigenti scolastici
, ritengono obbligatorie queste richieste ancorché provenienti da soggetto esterno. Già nei mesi scorsi la Cisl Scuola ha chiesto che questo ente aprisse delle relazioni sindacali a livello locale, ma non è giunta alcuna risposta. Accettiamo il fatto che distribuire le prove agli alunni sia un obbligo, come ha ricordato una recente sentenza del Tribunale di Parma, ma per il resto docenti ed amministrativi non essendo dipendenti inquadrati dall’Invalsi, svolgono un lavoro aggiuntivo e su questo continueremo a rivendicare un corretto rapporto. L’Invalsi o si attrezza in proprio, con proprio personale, oppure si fa carico di trasferire fondi alle scuole per compensare il maggior impegno del personale. 

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