«”Leoni da tastiera” sempre più spietati, la funzione difensiva dell’avvocato merita sempre rispetto»
Piena solidarietà dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Piacenza, dalla Camera Penale di Piacenza e dall’Osservatorio Avvocati Minacciati Ucpi alla collega Nadia Fiorani, difensore d'ufficio del 27enne accusato di violenza sessuale, divenuta bersaglio sui social
La Camera Penale di Piacenza e l’Osservatorio Avvocati Minacciati UCPI si esprimono, con un comunicato congiunto, in merito a quanto sta accadendo a Piacenza all’avvocato Nadia Fiorani. «La Collega - scrivono - dal momento in cui ne è stata resa nota la nomina quale difensore d’ufficio del 27enne arrestato nei giorni scorsi a Piacenza e accusato di strupro, è stata bersaglio di numerosi commenti offensivi sui social networks. La Collega riferisce inoltre di aver ricevuto varie e-mail in cui viene attaccata ed insultata in relazione al suo ruolo: tali circostanze non solo la stanno indignando ma altresì le creano uno stato di timore per la propria incolumità, impedendole di svolgere il proprio compito in serenità».
«I commenti e le comunicazioni - prosegue il comunicato - hanno sostanzialmente il seguente tenore: “ci si dovrebbe vergognare a difendere un soggetto del genere, a cui non dovrebbe garantirsi difesa”… “lei stessa meriterebbe di essere vittima del medesimo crimine”, “anche un avvocato, pagato da noi, e donna!” e così via». «Prescindendo totalmente dal merito del processo - sottolineano - con il presente comunicato intendiamo manifestare la piena solidarietà alla Collega vittima di questi riprovevoli attacchi - purtroppo, sempre più frequenti, in un generale clima ostile in cui parte dell’opinione pubblica e i “leoni da tastiera” sono sempre più giustizialisti e spietati -, nonché ribadire alcuni fondamentali princìpi che guidano e caratterizzano la professione dell’avvocato».
«Ricordiamo che “Il rispetto della funzione professionale dell’avvocato è una condizione essenziale dello Stato di diritto e di una società democratica. (….)” (Codice Deontologico degli Avvocati Europei, art.1.1.) Inoltre, “Le autorità pubbliche assicurano che gli avvocati a) siano in grado di svolgere tutti i loro doveri professionali senza ostacolo, intimidazione, molestia o indebite interferenza” (Nazioni Unite, Principi Fondamentali relativi al Ruolo dell’Avvocato, principio 16). Secondo il successivo principio 18, "Gli avvocati non saranno identificati con i loro clienti né con le cause dei loro clienti nell'esercizio delle loro funzioni”». «La difesa – conclude il comunicato - è un diritto costituzionalmente garantito; la funzione difensiva dell'avvocato merita sempre rispetto e deve poter essere esercitata appieno, senza alcun vincolo, ostacolo o minaccia, a garanzia dei diritti di tutti».
Solidarietà anche dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Piacenza:«Alcune persone si sono sentite in diritto di versare astio nei confronti della Collega solo perché svolge il proprio ruolo difensivo in un procedimento penale che ha avuto ampio spazio sui media. È una condotta inaccettabile e chiara manifestazione di inciviltà e ignoranza della materia. Purtroppo occorre ricordare (ma nel 2022 in Italia non dovrebbe essercene bisogno) alcuni principi fondamentali dello Stato di diritto e del ruolo del difensore, ossia che il diritto di difesa deve essere garantito a tutti e che il ruolo del difensore non deve mai essere identificato con il proprio assistito».
«L'Avvocato - sottolinea l’Ordine - talvolta difende l'imputato e talvolta la persona offesa, sempre comunque garantisce voce a tutte le parti coinvolte nel processo penale e rispetto delle norme di diritto. Ne consegue che deve essere severamente censurato e condannato ogni attacco subito dalla Collega poiché la funzione difensiva dell'avvocato merita rispetto e deve essere esercitata senza alcun vincolo ostacolo, ostacolo o minaccia di sorta e a garanzia di chiunque. Quanto si è avuto modo di leggere in alcuni dei predetti messaggi sui social network rappresenta un'evidente allarmante deriva di ignoranza che rischia di riportarci indietro di secoli». «Non è tollerabile, perché è disumano - aggiunge la nota - il linciaggio dell'imputato e l'offesa di chi esercita il mandato difensivo. Sono solo espressione della più bieca cattiveria».