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Cronaca Castel San Giovanni

Leroy Merlin, la Ceva in Prefettura: rimangono fuori ancora 46 lavoratori

Continua ad essere attentamente seguita dalla Prefettura la vicenda del confronto tra parte datoriale e sindacale in corso allo stabilimento Leroy Merlin di Castelsangiovanni

Continua ad essere attentamente seguita dalla Prefettura la vicenda del confronto tra parte datoriale e sindacale in corso allo stabilimento Leroy Merlin di Castelsangiovanni. Nella mattinata del 19 marzo il prefetto Maurizio Falco - come da impegno preso negli ultimi due incontri del 15 marzo scorso – ha incontrato i rappresentanti della Ceva Logistics, società logistica committente nell’ambito della filiera datoriale del magazzino. Preliminarmente, i rappresentanti della Ceva hanno precisato di non aver partecipato agli ultimi colloqui per non aver ricevuto la  convocazione. Si legge in una nota del palazzo del Governo. Durante l’incontro, è stato dato atto della raggiunta inclusione dei primi 20 lavoratori sui 66 totali, e confermato l’interesse datoriale ad una applicazione piena dell’accordo raggiunto lo scorso 28 dicembre. Si tratta ora di dar attuazione al progressivo assorbimento dei 46 lavoratori ancora interessati, all’interno dei quali rientrano i rimanenti 23 lavoratori dell’originario gruppo di 31 alla base dell’attuale  vertenza.  Il tutto nei termini di cui si è precisato con formale impegno con le rappresentanza Usb da parte del consorzio Premium Net in occasione dei colloqui del 15 marzo scorso, e secondo l’accordo formale di gestione già siglato dello scorso 9 marzo tra parte datoriale ed alcune sigle sindacali. 

LA NOTA DI USB -  Non sono sufficientemente rassicuranti le dichiarazioni di Ceva Logistic riferite al percorso di stabilizzazione di complessivi 66 lavoratori del magazzino Leroy Merlin. Infatti tra i 31 a cui nel dicembre dello scorso anno era stato stipulato il contratto di assunzione a tempo indeterminato misteriosamente scomparso nel giro di 24 ore, sono in maggioranza le figure di coloro che hanno il rapporto di lavoro in scadenza entro la fine di questo mese. Occorre pertanto che l'appaltatore assuma l'impegno chiaro e formale a garantire continuità occupazionale a questi lavoratori fino alla loro definitiva assunzione. USB chiede a CEVA di sedere ad un tavolo di trattativa per affrontare i problemi legati al non rispetto delle norme all'interno del magazzino in cui presta servizi, irregolarità che sono oggetto di un esposto presentato quest'oggi all'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Piacenza. Denunciamo infatti l'eccesso di lavoratori a tempo determinato rispetto i tempi indeterminati in misura ben superiore a quanto consentito dalle normative vigenti. Se il D.L.368/2001 prevede un limite percentuale sul totale dell'organico pari al 20%, limite che il contratto di categoria eleva al 35%, in Leroy Merlin si arriva addirittura al 100% di lavoratori a tempo determinato su quelli a tempo indeterminato (213 su 420). Denunciamo il fatto che le cooperative subappaltatrici abbiano cambiato il codice fiscale all'improvviso senza informare i lavoratori e senza far loro sottoscrivere un nuovo contratto come si sarebbe dovuto fare. Questo obbligo disatteso, se correlato al rischio di non corresponsione/accantonamento del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) desta in noi il dubbio che si tratti di una prassi finalizzata a far decadere i termini prescrittivi entro i quali i lavoratori potrebbero esigerne il pagamento. Denunciamo il fatto che non si sappia con chiarezza se in questo giro di cambi di appalto fantasma tutti i lavoratori siano stati riassunti. Denunciamo la verifica di differenze contributive nelle buste paga e gli inquadramenti a livelli inferiori alle mansioni realmente svolte. Tutto questo avviene in un clima di intimidazioni personali a cui si aggiungono le sospensioni e le contestazioni per motivi disciplinari nei confronti dei nuovi iscritti e dei delegati Usb. Occorre riportare rispetto della legalità e rispetto di corrette relazioni sindacali in un contesto lavorativo in cui vigono pratiche preoccupanti di caporalato. Se Ceva vuol essere credibile deve dar seguito alle parole e preoccuparsi di controllare la correttezza dei propri subappaltatori, in caso contrario, pur restando responsabile solidarmente dal punto di vista legale, dimostrerà di essere collusa da quello morale.

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