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Cronaca

Spi-Cgil, altra grana: la Lista Alternativa chiede i "voti scippati"

"161 voti validi, ma per la lista concorrente". E' la pesante accusa della Lista Alternativa, che andrà in causa con la Cgil

Gianfranco Dragoni, Anselmo Ramponi e Carlo Berra, promotori della Lista Alternativa, appoggiati dall'avvocato Sandro Miglioli, chiariscono in una conferenza stampa le motivazioni politiche e giuridiche alla base della causa promossa contro la Camera del Lavoro e il Direttivo provinciale Spi. «È la prima volta che nella Cgil avviene un fatto del genere, perché questa non è una causa di lavoro, ma una causa che tocca un punto vitale di questa organizzazione», così esordisce Dragoni durante la conferenza stampa di giovedì 28 luglio, «da parte nostra c'è molta amarezza nel renderci protagonisti di una causa contro una organizzazione che ha rappresentato per noi una ragione di vita e in cui molti di noi militano da trent'anni».

161 VOTI VALIDI, MA ATTRIBUITI ALLA LISTA CONCORRENTE - I componenti della Lista Alternativa, nata con una volontà di rinnovamento all'interno dello Spi, sindacato dei pensionati della Cgil, si dichiarano tuttavia indignati per il fatto che, nei recenti lavori congressuali, ben 161 voti, per un totale del 12%, sono stati ritenuti validi ma attribuiti alla lista concorrente. La Lista Alternativa, in ragione dei voti ottenuti, avrebbe avuto infatti la possibilità di inserire alcuni suoi componenti nel direttivo provinciale della Camera del Lavoro; al contrario sono entrati a far parte di quest'ultimo due rappresentanti della lista principale. «Ho sempre sostenuto che i vertici politici provinciali dell'organizzazione andavano immediatamente sospesi dal loro incarico», continua Ramponi.

PROBLEMA DA RISOLVERE - «La risposta è stata nettamente contraria, quasi una sfida all'operato della magistratura, in quanto il segretario provinciale e due componenti della segreteria provinciale, iscritti nel registro degli indagati con reati pesanti, come il peculato, sono stati invece riproposti nel comitato direttivo provinciale e sono stati indicati come delegati nel congresso della Camera del Lavoro. Sia all'attuale segretario territoriale della Camera del Lavoro, Paolo Lanna, sia a Guglielmo Epifani, segretario nazionale, era stato chiesto da tempo di risolvere il problema dei voti scippati, ma non c'è stato nessuno sforzo in tal senso».

LA PRIMA UDIENZA FISSATA PER IL 18 GENNAIO - «Questa causa deve essere fatta perché la riaffermazione della democrazia, del diritto alla rappresentanza sindacale nonché la tutela della minoranze sono principi fondamentali, da salvaguardare anche e soprattutto in questi tempi così critici», aggiunge l'avvocato Sandro Miglioli. «Nonostante dal punto di vista giuridico la causa si profili molto complessa, i principi su cui poggia rappresentano norme basilari del codice civile. Noi non pretendiamo di inficiare il Congresso della Camera del lavoro, ma pretendiamo che la rappresentanza che la Lista Alternativa ha contribuito a creare abbia pieno titolo a partecipare al Direttivo», conclude.

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