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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Raccontò per primo gli orrori della Levante, ora è in manette per tentato omicidio

Sono accusati di aver massacrato un connazionale colpevole di aver avuto una relazione con l'ex ragazza di uno dei due. Dietro le sbarre per tentato omicidio anche l'ex informatore di Piacenza Levante che diede l'abbrivio alla maxi indagine delle Fiamme Gialle e Polizia Locale

Sono accusati di aver attirato in una trappola un loro connazionale e, sotto l'effetto di psicofarmaci e alcol, di averlo pestato a sangue per poi abbandonarlo in strada convinti che fosse morto a Sariano di Gropparello il 7 agosto scorso. Per questo due marocchini di 40 e 27 anni sono ora dietro le sbarre con la pesante accusa di tentato omicidio. Sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere chiesta dalla procura e firmata dal gip Fiammetta Modica.  Uno di questi, il 27enne, è Lyamani Hamza, l'uomo che con le sue rivelazioni diede l'abbrivio alla maxi indagine di finanza e polizia locale che portò al Caso Levante e all'arresto di carabinieri e pusher il 22 luglio 2020. Hamza fu per molto tempo un informatore dei carabinieri arrestati. Da precisare che la vicenda qui descritta non è in nessuno modo collegata all'indagine Odysseùs. 

Da quanto ricostruito dai carabinieri della Sezione Operativa del Norm di Fiorenzuola guidati dal maresciallo Enrico Savoli, coordinati dal sostituto procuratore Matteo Centini, il 40enne aveva conosciuto la vittima, un 34enne, alle Novate dove erano detenuti insieme, quando la vittima era uscita dal carcere avrebbe intrecciato una relazione con l'ex ragazza del 40enne. Quest'ultimo - fanno sapere i militari - non ha dato mai a vedere che il rapporto amoroso lo infastidisse ma nelle settimane successive ha invece organizzato la vendetta. Una volta ai domiciliari a Sariano, avendo il permesso di recarsi al Sert, avrebbe fatto "agganciare" da Lyamani l'ex amico di cella con la scusa di passare una serata a base di alcol in casa. I tre quindi, come ricostruito dai carabinieri, hanno preso un bus a Piacenza (sono stati visti da diversi testimoni) e hanno raggiunto la casa del 40enne, hanno mangiato, bevuto molto e assunto anche psicofarmaci. Ad un certo punto è scattato il violentissimo pestaggio. Lyamani e l'altro che voleva, così hanno dichiarato, vendicarsi dell'ex compagno di cella colpevole di aver avuto una relazione con la sua ex, avrebbero preso un bastone o forse lo stelo di un ventilatore e gli avrebbero hanno letteralmente spaccato le ossa e la testa provocandogli gravissime lesioni. Finita la furia hanno pensato di averlo ucciso e quindi l'hanno preso e buttato in strada. La vittima ricorda di aver sentito la frase «Lasciamolo lì tanto è morto». Ora si trova ancora ricoverato all'ospedale di Piacenza. Una volta liberatisi del 34enne sono rientrati in casa dove hanno pulito le stanze dal sangue e sistemato i mobili: nella colluttazione la vittima aveva tentato invano di difendersi. 

A trovare il marocchino esanime a bordo della strada era stato un piacentino che verso le 6 del giorno successivo ha notato un uomo pieno di sangue, di lì la chiamata al 118 e poi ai carabinieri che hanno iniziato immediatamente le indagini riuscendo a ricostruire tutto in maniera compiuta e dettagliata. Nell'abitazione dove è avvenuto il violentissimo pestaggio la scientifica, nonostante i due avessero tentato di pulire il sangue, ha trovato tracce ematiche, la stampella di uno dei due aggressori, usata anch'essa per picchiare il malcapitato e molte bottiglie di super alcolici e psicofarmaci. I due sono stati raggiunti dall'ordinanza di custodia cautelare, Lyamani Hamza non senza fatica, essendo un senza fissa dimora, è stato rintracciato e bloccato a Massa Carrara. Tutti e tre hanno alle spalle diversi precedenti penali per svariati reati quali spaccio e lesioni personali. Hamza è difeso dall'avvocato di fiducia Andrea Bazzani ed è già stato sottoposto all'interrogatorio di garanzia durante il quale ha deciso di rispondere alle domande del magistrato fornendo una spiegazione dei fatti di quella sera e una precisa ricostruzione di quanto accaduto. Hamza ha dichiarato anche di essere ospite dell'altro arrestato da qualche tempo e comunque di non aver fatto da tramite per agganciare l'ignara vittima, essendo lo stesso Lyamani all'oscuro del proposito. La difesa nega ogni coinvolgimento del proprio assistito: «Siamo sicuri di fornire a breve una versione della serata, con elementi probatori a suffragio, in cui Hamza risulterà estraneo ai fatti che gli sono contestati».

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