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Cronaca

«Mai dato soldi, merce o fatto sconti a quel vigile»

Processo a un ispettore della Municipale. Le testimonianze di tre commercianti. Una donna rinnega ciò che aveva dichiarato nel verbale e ammette di aver firmato senza aver riletto le dichiarazioni

Tre commercianti che hanno negato di aver fatto sconti o fatto regali a quell’ispettore dei vigili urbani che si presentava da loro in divisa e con l’auto di servizio. Anzi, uno di loro ha anche affermato davanti ai giudici che le sue dichiarazioni con corrispondevano a quanto riportato nel verbale di interrogatorio.

Si è svolta oggi, 11 gennaio, la nuova udienza del processo che vede imputato Bartolomeo Guglieri, il 61enne ispettore capo della Polizia municipale accusato di concussione, peculato d'uso dell'auto di servizio, truffa ai danni della pubblica amministrazione e truffa per un falso certificato medico per assentarsi in modo ingiustificato dal lavoro. L’uomo, attualmente sospeso, venne denunciato nel 2015 dai suoi stessi colleghi della squadra di polizia giudiziaria della Municipale (alle indagini partecipò anche la Guardia di finanza) e la procura emise l’interdizione dal suo lavoro nella Municipale. Guglieri è difeso dall’avvocato Paolo Veneziani.

Davanti al collegio dei giudici si sono presentati tre commercianti. Il presidente Fiammetta Modica (a latere Luca Milani e Ivan Borasi) ha ascoltato per prima una ambulante che ha un banco di bigiotteria. La donna ha detto di conoscere l’ispettore e di avergli offerto solo qualche caffè, come faceva con i clienti. «Da me, anni fa, acquistò solo un anello per la figlia». Il pm Antonio Colonna, però, le ha contestato che nelle dichiarazioni alla Finanza disse di aver fatto sconti del 40-50% e di provare disagio quando lo vedeva. «Mai fatto quelle dichiarazioni» ha replicato la donna. Colonna allora le ha mostrato il verbale con la sua firma e anche il giudice Modica le ha ricordato che aveva sottoscritto quelle dichiarazioni. La donna ha insistito che quelle non erano le sue parole e che «forse ho sbagliato a non rileggere le dichiarazioni».

Anche un’altra donna, che ha un’azienda di verniciatura del ferro, ha negato di aver mai ricevuto richieste da Guglieri. Qualche volta, ha raccontato, chiedeva se avevamo avanzato un po’ di vernice, della carta abrasiva, guanti o una tuta per dei lavori al comando. La donna ha detto che l’ispettore li aveva avvisati di non attraversare la strada con un carrello elevatore, ma di chiedere un permesso. Inoltre, aveva anche consigliato di non parcheggiare sui marciapiedi della zona industriale in cui aveva sede la ditta. «Non erano minacce, ma solo avvertimenti» ha chiosato la donna.

Infine, un salumiere ha ricordato di aver conosciuto l’ispettore quando in negozio gli fece notare che un prodotto era scaduto. «Lo ringraziai e se ne andò» ha detto. Poi l’ispettore, in media una volta alla settimana, era ritornato. «Gli avevo offerto solo un panino con il salume e per il resto parlavamo di ornitologia, di cui eravamo entrambi appassionati» ha ricordato il commerciante che ha anche risposto a una domanda del pm sul perché si comportasse così: «Era sempre in divisa e in qualità di vigile mi metteva un po’ in soggezione». Anche in questo caso, Colonna ha contestato al salumiere di aver detto nel verbale che Guglieri avrebbe chiesto farina o salumi senza pagare né chiedere mai quale fosse il conto.

Il processo, nel quale il comune di Piacenza si è costituito parte civile con l'avvocato Elena Vezzulli, è stato rinviato per ascoltare altri testimoni.

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