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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Avversità atmosferiche: Piacenza è la più colpita dell'Emilia Romagna

Produzioni sicuramente drasticamente diminuite, campagne di trasformazione procrastinate verso l’autunno, con la speranza che il tempo rimanga stabile.

Passato l’eccezionale maltempo (dal 29 agosto 2012 ad oggi sono caduti 1400 mm. di pioggia, oltre il doppio rispetto a due anni fa), si cerca di comprendere quale potrà essere il futuro prossimo della campagna agraria. Le prospettive, pur senza cadere in previsioni troppo catastrofiche, non sono certo positive, sempre con l’auspicio,come tutti si augurano, che il tempo metta giudizio e l’estate possa finalmente sconfiggere le nuvole. Altrimenti, potrebbe essere ancora peggio.

Per questo, per poter contare su dati scientificamente attendibili, ci siamo rivolti all’ente che per sua natura, è in grado, più di tutti di altri, di monitorare con la massima tempestività la situazione, anche perché ogni settimana, con il Bollettino agro-meteo redatto in collaborazione con la Provincia, informa gli agricoltori sulle strategie di lotta da adottare in base all’evoluzione di crescita delle colture.

“Piacenza- precisa il direttore del Consorzio Fitosanitario Bruno Chiusa- è stata la provincia più colpita di tutta l’Emilia- Romagna, ed al suo interno occorre operare un ulteriore distinzione, con la fascia della via Emilia fino al Po che ha subito i danni più rilevanti, sia a causa di temporali che vi si sono abbattuti con violenza, come per la natura stessa dei terreni che determinano più vistosi ristagni idrici.

Tutte le colture, nessuna esclusa, ha subito danni, con ritardi enormi nelle semine e nei trapianti, mezzi affondati nei campi con solchi profondi, danneggiamento dei terreni, insomma danni epocali che non si ricordavano da decenni. Così ne deriverà una drastica riduzione di tutti i raccolti, campagne di trasformazione che si protrarranno fin quasi in autunno, qualità tutta da decifrare.

Ritardi epocali per bietole e cipolle cosicchè, nel primo caso a S. Quirico da Piacenza arriveranno in stabilimento il 50 per cento in meno degli ettari investititi. E per fortuna che, a partire da Parma, la situazione non è stata così catastrofica.

Completa incognita sulla produzione di mais, con possibilità di recupero per quello da granella, mentre potrebbe essere mitigato il rischio diabrotica perché gli insetti completano il loro ciclo vitale senza potersi nutrire adeguatamente; male anche il frumento che si presenta sovente colpito da “mal del piede” causa i ristagni d’acqua.

La concimazioni sono state assai tardive e quindi la produzione diminuirà. Ovviamente anche l’ubicazione dei terreni determina significative variazioni.

Non andrà meglio per il pomodoro, caratterizzato già da una sensibile diminuzione degli ettari investiti; in molte pianticelle segni ben visibili di asfissia radicale, pochi fiori, accentuato rischio peronospora, per una produzione stimata per un 30% in meno, con possibilità fino a 50. La speranza è riposta nella produzione medio-tardiva.

Lentissimo anche l’inizio della fioritura nella vite, rischio peronospora e speranza che con il disseccamento di una parte degli acini ed il blocco dell’infezione con gli opportuni trattamenti ed un tempo più favorevole, si possa contare almeno su una produzione finale di buona qualità.

Conseguenze dunque pesantissime per gli imprenditori agricoli e per gli allevatori che vedranno inevitabilmente crescere i prezzi delle materie prime per alimentare i bovini. Forse potrà parare i danni chi ha sottoscritto polizze multi- rischio ma anche in questo caso non tutto sembra essere chiaro nell’interpretazione della normativa e non è detto che i rimborsi siano adeguati. Ma di questo aspetto tratteremo successivamente.

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