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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

«Maltratta la compagna e si fa mantenere», sfilata di testimoni in tribunale

Maltrattamenti in famiglia. Imputato un 34enne marocchino. In aula hanno parlato diversi testimoni tra i quali il figlio maggiorenne della vittima che si è costituita è parte civile

Si è svolta davanti al giudice Gianandrea Bussi (a latere Ivan Borasi e Laura Pietrasanta) e al pm Daniela di Girolamo la seconda udienza che vede imputato per maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza di un minorenne, un marocchino di 34 anni nei confronti dell'ex compagna, una sudamericana di 53 anni. Durante la mattinata del 12 gennaio sono stati ascoltati diversi testimoni che hanno risposto alle domande del pm, del giudice e degli avvocati.  L'imputato è difeso da Andrea Bazzani e la donna, che si è costituita parte civile è rappresentata dall'avvocato Marco Guidotti. Nella prossima udienza sarà ascoltato anche il figlio minore della vittima e i testi della difesa.

Nella prima udienza erano stati sentiti due carabinieri che hanno condotto le indagini e la donna che aveva confermato i capi di imputazione: "anche alla presenza del figlio minorenne di lei, con sopraffazione metodica in danno alla convivente la maltrattava con abituali, sistematiche e durevoli condotte lesive dell'integrità psicofisica, trattandola alla stregua di una serva, facendosi ospitare e pagare vitto e alloggio, pretendendo continui prestiti di denaro e di trovare i pasti pronti al bisogno ed aggrendendola quando cioà non avveniva ingiuriandola con frasi quali sei vecchia, sei pazza, puttana, strattondola e sputandole addosso" e ancora "minacciandola di morte e di portarla in cantina per picchiarla, bloccandola per terra e tappandole la bocca togliendole il respiro fino a quasi a farle perdere i sensi, tirandole contro oggetti quali bottiglie piene" e "così costringendola ad un regime doloroso ed avvilente".  I due hanno iniziato una relazione amorosa nel 2017 (il figlio piccolo aveva 13 anni) e secondo la parte civile i maltrattamenti erano già in essere anche se i due vivevano in due abitmarco guidotti avvocato ok 2020-2azioni differenti, quella dell'uomo pagata dalla sudamericana. Quando la donna non è più riuscita a pagare due affitti hanno iniziato a convivere. La donna ha raccontato che dopo le violenze lui le chiedeva scusa e, nelle speranza di un suo cambiamento, lo perdonava. Nel febbraio 2020 era scappata dalla sorella, l'aveva denunciato e lui se n'era andato di casa. Allo straniero era stato imposto il divieto di avvicinamento, misura aggravata poi nei domiciliari quando il 1 ottobre 2020 si sarebbe presentato di notte alla finestra della casa della donna, la quale però pare non l'abbia visto. Sul posto erano intervenuti i carabinieri. 

A cercare di spiegare la complessa relazione tra i due è stato il figlio maggiorenne che da tempo non abita più con la madre e che, incalzato dal pm e dagli avvocati, ha fornito la sua versione: «All'inizio la relazione tra mia madre e il 34enne era serena ma ben presto sono nati dissapori che mano mano sono degenerati in liti furibonde. La mamma lo accusava di non aver voglia di lavorare (prima aveva un impiego ma dopo un incidente in bicicletta l'ha perso), di farsi mantenere e di non fare nulla in casa nonostante avesse tempo e nonostante i soldi per mantenere tutti li tirasse fuori solo lei lavorando gran parte della giornata. Volavano piatti e sedie ma non ho mai assistito a violenza fisica su di lei: entrambi litigavano, urlavan e si lanciavano oggetti, non si capiva mai chi voleva sopraffare l'altro. Mi mettevano sempre in mezzo e stanco di assistere e vivere queste situazioni me ne sono andato di casa. L'unica volta che ho visto lui usare la forza nei confronti di mia mamma è stato quando la teneva sul divano per impedirle di andare dalla sorella dopo l'ennesima lite. In un'altra occasione mi ha chiamato in lacrime dicendo che lui le aveva dato un pugno, una volta arrivato ho visto lei con un occhio gonfio ma non ho assistito alla violenza. Lui ha negato e dichiarato di non essere stato lui. Con mio fratello (quello minorenne) il marocchino aveva instaurato un bel rapporto, mia mamma stava fuori gran parte della giornata per lavoro e lui quindi si prendeva cura di mio fratello, facevano anche ginnastica insieme, giocavano alla play station».

E' emerso che da quando il giovane si è trasferito la mamma gli telefonava e gli raccontava che lui la strattonava, che la minacciava di morte ed era preoccupata ma il giorno dopo cambiava idea sul da farsi e non lo lasciava. Quando le liti erano più violente del solito lei andava dalla sorella alla quale è molto legata, lasciando il figlio adolescente con il 34enne anche diversi giorni. «Sì, - spiega il figlio maggiorenne - spesso ho litigbazzani andrea-2ato con lui e una volta gli ho tirato uno schiaffo perché aveva alzato la voce con mio fratello e l'ho difeso ma non l'ho mai visto né sputare, né esigere pasti né l'ho sentito minacciarla di portarla in cantina per picchiarla né tantomeno l'ho mai sentito chiamarla "puttana" o "vecchia pazza". Non abitando lì non ho assistito a nulla di quello che lei sostiene, però ho i suoi racconti. 

«Era terrorizzata da quell'uomo. Mi ha raccontato che l'umiliava e la maltrattava sia fisicamente sia psicologicamente. Spesso veniva da me e stavamo insieme, cercavo di tranquillizzarla. La situazione è degenerata nell'ultimo anno, noi siamo molto legate e lei mi diceva tutto», ha spiegato la sorella della vittima. «L'ho vista in lacrime e le ho chiesto cose fosse accaduto, a quel punto mi ha spiegato che il suo compagno l'aveva minacciata di morte, che temeva che potesse presentarsi sul posto di lavoro e che gli aveva messo contro il figlio più piccolo», a dirlo il direttore del supermercato dove la donna lavora come addetta delle pulizie, che la descrive come una donna corretta e tranquilla. Circa le stesse cose ha dichiarato una collega: « Mi ha confidato di subire abusi dal compagno. Aveva paura che le potesse accadere qualcosa di brutto». E' stata anche ascoltata la psicologa che ha assistito in audizione protetta il fratello minorenne: « L'ho trovato un ragazzo lucido, presente e tranquillo consapevole del contesto e al contempo estremamente sofferente per uno stato emotivo e affettivo che lo coinvolgeva. Ne è emerso un rapporto difficile con la mamma con la quale è arrabbiato e che l'ha deluso».

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