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Cronaca Castel San Giovanni

Maltrattamenti alla materna: «Vidi mio figlio con i lividi»

Al via il processo alla maestra di Castelsangiovanni. Davanti al giudice i genitori sentiti come testimoni. La difesa chiede di acquisire i video e le registrazioni delle riprese effettuate dai carabinieri in classe con le telecamere nascoste

Un bambino con alcuni segni di lividi, una riunione dai carabinieri, poi le denunce e il via all’inchiesta con la sfilata di alcuni genitori dei bimbi, presunti maltrattati, che hanno testimoniato davanti al giudice Gianandrea Bussi e al pm Monica Bubba. E’ cominciato il processo nei confronti di una maestra della scuola materna di Castelsangiovanni, Angela Bertelli, di 61 anni, accusata di maltrattamenti su minori. Al termine, il difensore dell’insegnante, l’avvocato Luigi Salice, ha chiesto l’acquisizione delle immagini e delle registrazione audio avvenute in classe, quando i carabinieri installarono dispositivi nascosti.

Presenti anche gli avvocati di quattro coppie di genitori che si sono costituite parte civile: Wally Salvagnini, Giuseppe Coiro e Sabrina Erba. Secondo l’indagine svolta dall’allora procuratore Salvatore Cappelleri, nel 2017, avrebbe usato frasi che denigravano e svilivano i piccoli, sia perché in più occasioni li avrebbe colpiti: si parla di urla continue, insulti, strattonamenti, schiaffi sul sedere e sulla testa. I dodici bambini della sezione della materna avevano 4 o 5 anni. Una testimone ha raccontato che suo figlio non aveva mai lamentato maltrattamenti, né aveva mai mostrato segni di cambiamento del comportamento, ma le aveva detto di aver visto una maestra gettare delle scarpe di un bambino fuori dalla finestra e di averle sentito dire a un bimbo “lavati che puzzi”. Salice è intervenuto ricordando alla donna che aveva detto in precedenza che a gettare le scarpe sarebbe stata un’altra maestra.

Un papà di origine albanese ha, invece, raccontato di aver visto il figlio con diversi lividi, alla nuca e dietro le orecchie, e che il bimbo, “dal carattere vivace”, non voleva andare a scuola. Per convincerlo, ha sottolineato il padre, dovevo comprargli giocattoli o promettergli che saremmo usciti insieme. Subito non gli aveva creduto quando raccontava di essere stato picchiato dalle maestre. Poi, il papà chiese di parlare con le maestre, ma non ci riuscì. Solo Angela lo ricevette affermando che non era vero nulla. Andò allora dal preside il quale gli comunicò che le maestre avevano negato i maltrattamenti. Una volta, però, la moglie andò a prendere il figlio e vide una maestra che gli dava un ceffone dietro la testa, ha raccontato il testimone. I genitori allora si riunirono e decisero di andare dai carabinieri - una delle mamme è un militare dell’Arma - dove si svolse una riunione e poi si passò alla singole querele.

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