Mandò due poliziotti all'ospedale, patteggia e viene espulso dall'Italia
L'11 settembre al Cheope aveva tentato di rubare un'auto e pur di sottrarsi alle forze dell'ordine aveva ferito due poliziotti. Ora è in un Cpr e sarà espulso dall'Italia
L'11 settembre aveva tentato di rubare un'auto e pur di sotttrarsi alle forze dell'ordine aveva ferito due poliziotti, ora il tunisino accusato di una sfilza di reati ha patteggiato la pena (sospesa) ma è stato condotto al Centro di Permanenza per i Rimpatri di Milano, per il successivo rimpatrio nel paese di origine. Il giovane, irregolare e con precedenti alle spalle, aveva scaraventato a terra un'agente della polizia locale procurandole traumi per un mese di prognosi, e ferito più lievemente un poliziotto delle volanti. Il fatto era accaduto al Cheope.
Tutto è iniziato poco dopo le 10 quando alcuni residenti di via Quattro Novembre avevano chiamato il 113 segnalando un uomo di colore che si aggirava all'interno del parcheggio davanti al Cheope con fare molto sospetto.
La descrizione del sospettato era stata diramata alle pattuglie in zona, e in quel momento era passata un'unità della polizia locale che aveva notato l'uomo seduto a bordo di una Jeep Renegade posteggiata. Quando gli agenti erano scesi, lo straniero se ne era accorto e per scappare ha scaraventato a terra con violenza una vigilessa che è rimasta ferita. Nel frattempo in zona erano arrivate le volanti della questura. In quel momento stava passando anche un poliziotto libero dal servizio che aveva incrociato l'immigrato che fuggiva a torso nudo verso via Damiani: l'agente si era qualificato e lo aveva spinto a terra per fermarlo. Nel frattempo era arrivata anche una volante con altri due agenti, ma il ladro aveva cercato di aggredire tutti per non farsi arrestare. Addosso aveva anche un coltello. In questo frangente anche un capopattuglia era rimasto contuso.
Lo straniero infine era accusato di rapina, di porto abusivo di un coltello (gli agenti glielo avevano trovato già aperto in tasca quando l'avevano fermato in via Damiani al termine della fuga), ricettazione (aveva addosso un telefono cellulare rubato di recente, sempre a bordo di un auto) e anche per non aver ottemperato all'ordine di espulsione dall'Italia: la questura gli aveva infatti già notificato un'espulsione di recente.