Tribunale blindato per l'interrogatorio di Pallavicini e Arafat: centocinquanta manifestanti chiedono il loro rilascio
Reparti di polizia e carabinieri schierati, chiuse via Giordano Bruno e via del Consiglio. Gli avvocati: «Sono innocenti e lo dimostreremo»
Centocinquanta manifestanti davanti al tribunale di Piacenza e alla sede della Procura della Repubblica la mattina di lunedì 15 marzo: si tratta di appartenenti al sindacato autonomo Si Cobas e del collettivo Controtendenza che con striscioni, bandiere e slogan manifestano a favore di Carlo Pallavicini e Mohamed Arafat, arrestati la scorsa settimana dalla polizia su ordinanza di custodia cautelare per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale e occupazione di suolo pubblico in seguito ai fatti accaduti la sera del 1 febbraio davanti alla sede della Tnt in strada Dossarelli. All'interno del tribunale piacentino è previsto infatti l'interrogatorio di garanzia da parte del gip: i due indagati sono difesi dagli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini del Foro di Milano. All'interrogatorio con il gip Luca Milani era presente il capo della Procura di Piacenza Grazia Pradella (nella foto in basso).
I manifestanti intorno alle 10 hanno occupato l'incrocio tra via Giordano Bruno e via del Consiglio, dove sono stati schierati polizia e carabinieri del Reparto mobile e del Battaglione, insieme ad agenti della Digos della questura di Piacenza e alla Polizia locale che ha chiuso al traffico la zona. Poco dopo sono arrivati anche Arafat e Pallavicini, quest'ultimo è entrato in tribunale con il pugno alzato. Solo l'altro ieri si era tenuta a Piacenza la grande manifestazione nazionale, con oltre mille partecipanti, organizzata sempre dal sindacato autonomo in sostegno di Pallavicini e Arafat.
«Vediamo grande solidarietà da parte dei lavoratori iscritti dal sindacato che non riconoscono le accuse formulate per le sette persone indagate, in particolare per Arafat e Pallavicini, che sono due delegati sindacali che si occupano della logistica piacentina - hanno spiegato gli avvocati difensori poco prima di entrare al palazzo di giustizia - Grazie all'attività di questi sindacati di base, in particolare del Si Cobas, tanti diritti dei lavoratori sono stati riconosciuti nel tempo. Si sta parlando di episodi di scioperi come ce ne sono tanti in questa zona, organizzati da sindacati di base per chiedere che vengano riconosciuti diritti, come è avvenuto anche in questo caso. Secondo noi non deve essere applicata alcuna misura cautelare, non sussiste alcun reato, in particolare quello di resistenza. Pallavicini e Arafat sono stati coinvolti solo perché sono i leader».