Maxi furti in Sda, due assoluzioni e due condanne per la «banda dei calabresi»
Terminato il terzo procedimento giudiziario per i coinvolti nella maxi indagine della procura sui furti all'Sda di Monticelli. Alcuni scelsero di patteggiare, altri l'abbreviato e gli ultimi il dibattimento: il 25 luglio la sentenza del collegio
Si è concluso dopo poco più di quattro ore di camera di consiglio il processo in primo grado che vedeva sul banco degli imputati Salvatore Pascale, Korreshi Besnic, Salvatore Mesoraca e Nicola Dattilo accusati di associazione per delinquere finalizzata al furto e alla ricettazione nel magazzino Sda (azienda del gruppo Poste italiane società a capitale pubblico) di Monticelli. Si tratta del terzo e ultimo troncone derivato dalla maxi indagine dei carabinieri di Fiorenzuola, denominata Stealing Job (2017): alcuni scelsero di patteggiare, altri il rito abbreviato (sconto di un terzo della pena) ed infine gli ultimi, di andare a dibattimento. Gli imputati erano dipendenti della coop Elpe Global Logistic Services di Torino, titolare dell'appalto che somministrava facchini all'hub.
Le indagini furono coordinate dal pm Matteo Centini che al termine della requisitoria ha chiesto le pene: Salvatore Pascale (difeso da Giovanni Bertolotti) 2 anni e 4 mesi, Korreshi Besnic (difeso da Monica Fassera) 4 anni, Salvatore Mesoraca (difeso da Gianni Montani) un anno, Nicola Dattilo difeso da Marco Fantini 3 anni e 4 mesi. Centini ha spiegato come tutto il materiale raccolto «confermi in maniera assolutamente pacifica quanto sostenuto e che specialmente le intercettazioni non lasciano dubbi all’interpretazioni» e che l'hub per le continue razzie era a rischio chiusura.
Le difese nelle loro arringhe sono state tutte compatte nel ribadire che invece - a vario titolo - «non si è formata la prova che siano parte di un’associazione per delinquere, che non ci siano elementi a sufficienti né riscontri oggettivi», per tutti hanno chiesto l'assoluzione. Il collegio giudicante composto da Sonia Caravelli, a latere Ivan Borasi e Stefano Tiberti ha dopo le 18 emesso le sentenze: Salvatore Mesoraca e Salvatore Pascale sono stati assolti, Nicola Dattilo è stato condannato a 3 anni più 9mila euro di multa e 5 anni di interdizione ai pubblici uffici mentre Korreshi Besnic 2 anni e 4 mesi.
Le indagini, iniziate nel 2017 e sfociate in seicento pagine di ordinanza e migliaia di intercettazioni nonché i 10 milioni di euro di merce trafugata e 110 capi di imputazione, hanno – secondo l’accusa – restituito appieno quanto accadeva nel magazzino che aveva all'attivo più di trecento lavoratori. Il pm ha individuato due fazioni, quella siciliana e quella calabrese guidata da Nicola Dattilo, che secondo l'accusa, si appropriavano di merci che venivano fatte uscire dal magazzino della Bassa e poi ricettate sia in Italia sia all'estero. L'azienda - secondo la procura - era diventata zona franca per gli affari milionari che l'associazione compiva avendo costruito una filiera ben rodata composta da ricettatori, autotrasportatori, magazzini di stoccaggio predefiniti e da chi facendo finta di non vedere ma che avrebbe avuto il compito di vigilare (due guardie giurate) lasciava uscire dal magazzino centinaia di bancali.
LA “FAZIONE” SICILIANA - A maggio 2021 invece arrivarono le condanne per quella ritenuta dagli inquirenti la fazione siciliana. Gli imputati – difesi dagli avvocati Emanuele Solari, Giuseppe Dametti e Giorgio Bosoni - scelsero il rito abbreviato (sconto di un terzo della pena) ed erano accusati di associazione per delinquere finalizzata al furto, ricettazione e peculato. Le pene andavano dai 9 mesi agli 8 anni.