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Cronaca

Micotossine: massima attenzione ai controlli e puntare sulla prevenzione

Un incontro aperto agli operatori, alle imprese ed ai professionisti del settore agro-alimentare si è svolto presso la Residenza Gasparini del Campus universitario dell’Università Cattolica di Piacenza

Il problema del latte alle aflatossine, in parte utilizzato per produrre formaggi, ha, come è stato dimostrato, origine nei campi. Ovvero nel mais contaminato che hanno mangiato (da settembre a dicembre) le vacche da latte e che hanno determinato numerosi sequestri. E poi ancora l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) che pone l'accento sulla correlazione tra l'assunzione di micotossine presenti negli alimenti e nei mangimi e la possibile insorgenza di effetti nocivi di diverso tipo sulla salute umana e degli animali. Responsabili di queste situazioni le micotossine (mikes= fungo; toxicum=veleno),  composti tossici prodotti da diversi tipi di funghi (muffe), appartenenti in particolare ai generi Aspergillus, Penicillium e Fusarium che, in particolari condizioni ambientali, quando la temperatura e l'umidità sono favorevoli, fa proliferare questi funghi che possono produrre micotossine che entrano poi nella filiera alimentare attraverso colture contaminate destinate alla produzione di alimenti e mangimi, principalmente cereali.

Per fare in punto della situazione, esaminare i nuovi scenari tecnici e normativi, si è svolto un incontro aperto agli operatori, alle imprese ed ai professionisti del settore agro-alimentare che si è svolto presso la Residenza Gasparini del Campus universitario dell’Università Cattolica di Piacenza, una scelta non casuale perché molti ricercatori dell’Ateneo sono impegnati in prima persona proprio in questo tipo di ricerche. Il convegno è stato organizzato da Labcam (laboratorio chimico Camera di Commercio Riviere di Liguria- Imperia La Spezia Savona e quello della Camera di Commercio di Torino e da Aeiforia, spin-off  dell'Università Cattolica del Sacro Cuore  di Piacenza che si propone come piattaforma permanente per la valorizzazione dei risultati provenienti dalla ricerca nel settore chimico-agrario, agronomico, ambientale ed eco-tossicologico.

Il direttore di Labcam Luca Medini e quello di Aeiforia Federico Ferrari, hanno brevemente presentato le finalità del corso, quindi ha preso la parola Carlo Brera dell’Istituto superiore di Sanità di Roma che ha ricordato come queste sostanze oltre ad essere una causa di avvelenamento acuto e di tumore, sono anche una probabile concausa degli alti livelli di riduzione del tasso di crescita tra i bambini delle popolazioni più povere. Questo perché l'impatto delle micotossine sulla salute dipende dalla quantità assunte con gli alimenti, dalla tossicità del composto, dal peso corporeo del soggetto, dalla presenza di altre micotossine e da fattori dietetici. I rischi per i consumatori europei grazie al gran numero di controlli che vanno “dal campo alla tavola” restano oggi contenuti; la preoccupazione è per l’eventuale approvvigionamento di materia prima salubre nel prossimo futuro.

Della prevenzione della contaminazione da micotissine da campo ha trattato la prof. Paola Battilani docente di Difesa delle derrate agroalimentari alla facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica di Piacenza che proprio recentemente ha pubblicato  un articolo di Nature-Scientific dove si evince che il rischio di contaminazione per il mais dovuto al cambiamento climatico è più grave di quanto ipotizzato in precedenza e questo primo studio a livello europeo ne è la dimostrazione. Fortunatamente la ricerca si sta muovendo per fornire strumenti utili alla prevenzione del problema, quali agenti di biocontrollo e  piante resistenti al fungo. Del rischio chimico nella filiera vegetale e nei trasformati ha trattato Terenzio Bertuzzi dell’Istituto di Scienza degli alimenti e della nutrizione della Cattolica di cui fa parte anche il prof. Amedeo Pietri che ha invece sviluppato il discorso collegato al rischio nella filiera animale e nei trasformati. Nel pomeriggio sono poi seguiti i contributi di Luca Medini (le analisi, quali micotossine cercare), Cesare Varallo (food lawyer and regolatory specilist) che ha parlato della responsabilità delle imprese e la casistica e Federica Calcagno (Fontaneto srl) che ha relazionato sulla gestione delle micotossine nell’autocontrollo.

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