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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Microfinanza: strumento di inclusione finanziaria e sociale anche per l’Europa?

L’Università Cattolica è capofila del progetto di ricerca finanziato dalla Banca Europea degli Investimenti e del Fondo Europeo degli Investimenti

Può la microfinanza, cioè l’insieme di piccoli strumenti finanziari rivolti a persone escluse dal tradizionale accesso ai canali creditizio-finanziari, persone che non hanno possibilità di chiedere prestiti, mutui o assicurazioni perché prive di garanzie quali un reddito stabile o la proprietà di una casa, essere uno strumento di inclusione finanziaria e sociale anche in Europa?

Proverà a rispondere al quesito il progetto di ricerca europeo Memi - Measuring Microfinance Impact in the European Union, finanziato dall’Istituto di ricerca della Banca Europea degli Investimenti e del Fondo Europeo degli Investimenti nell’ambito del programma Universities Research Sponsorship. Il consorzio fatto di università, imprese e organizzazioni no profit, che ha vinto il bando concorrendo con altri 14 progetti presentati da diverse università dell'Unione Europea seguirà il progetto sotto la guida dall'Università Cattolica di Piacenza, che ospita oggi il primo meeting.

“La ricerca servirà alla Commissione Europea per prendere decisioni di policy che incentivino l’utilizzo della microfinanza per lo sviluppo di: nuova imprenditorialità, microimprese, occupazione, ingresso nel mercato del lavoro delle fasce più svantaggiate” spiega il prof. Francesco Timpano, direttore del Centro Studi di Politica Economica e Monetaria (Cespem) dell’Università Cattolica di Piacenza, supervisor del progetto “che durerà tre anni, con lo scopo di fornire suggerimenti di policy per la Commissione Europea, che dovrà prendere decisioni riguardo la programmazione del 2021 su come utilizzare in modo efficiente le risorse pubbliche per fare inclusione economica e sociale attraverso la microfinanza”. Nel periodo di programmazione 2014-2020, la Commissione Europea ha investito molto nella microfinanza, includendola tra gli strumenti di sviluppo economico e non più solo di coesione sociale. “Memi si propone di fare un confronto tra l'efficacia delle politiche attive del lavoro e dei risultati raggiunti dalla microfinanza sull'inclusione finanziaria ed economica, indagando le soluzioni più efficienti da percorrere per impiegare al meglio le risorse pubbliche verso l'obiettivo dell'inclusione sociale” spiega il coordinatore dello studio, il ricercatore del Cespem dott. Riccardo Grazioli che ne è stato anche l’ideatore insieme a Giampietro Pizzo, presidente di Microfinanza, Giulio Tagliavini (ordinario di Economia degli intermediari finanziari presso l’Università di Parma) e Mario Veneziani, ricercatore prima all'Università Cattolica di Piacenza e ora all'Università di Parma. 

“Il gruppo di ricerca è composto da 15 persone, provenienti da 7 differenti università italiane” sottolinea il dott. Grazioli che spiega come questo progetto sia stato “proposto e verrà condotto da un Consorzio di cui l’Università Cattolica è capofila, in collaborazione con i Dipartimenti di Economia dell’Università di Parma e dell’Università di Genova, Microfinanza srl, una tra le più importanti realtà internazionali di consulenza in microfinanza, e le organizzazioni no profit Rete Italiana di Microfinanza ed European Microfinance Network”.

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