«Mio figlio maltrattato come il bambino a Padova»
Pubblichiamo la testimonianza di un padre piacentino che racconta di aver vissuto tre anni fa una vicenda drammatica simile a quanto accaduto nel Padovano, dove un bambino è stato prelevato con la forza dalla polizia
La drammatica vicenda del bambino portato via con la forza da una scuola in provincia di Padova, un paio di giorni, fa ha creato un grande clamore in tutto il Paese, soprattutto dopo la diffusione mediatica del video choc in cui si vedono polizia e servizi sociali che caricano il piccolo su un'auto con la forza, in virtù di un'ordinanza del giudice con la quale veniva riaffidato al padre. Questa vicenda ha suscitato anche l'intervento di un nostro lettore che ci ha inviato la sua testimonianza circa la sua vicenda personale analoga, risalente a qualche tempo fa, e che pubblichiamo di seguito.
«Quello che è accaduto nel Padovano è molto simile quanto accadde a Piacenza il 4 settembre del 2009, quando due operatori dei servizi sociali di Piacenza insieme a mia moglie e coadiuvati dalla Polizia Locale hanno fatto lo stesso con mio figlio. Hanno tentato di caricarlo in macchina per portarlo all’aeroporto e farlo partire per la Sardegna. Il tentativo è fallito grazie alla determinazione del ragazzo, oggi quattordicenne, all’intervento dei Carabinieri chiamati da me che sono letteralmente “scappato dall’ufficio” per andare ad aiutarlo. Mio figlio nell’occasione ha riportato un trauma al polso sinistro ed una lussazione alla spalla destra con 41 giorni di prognosi e due ossa della spalla che rimarranno malformate per sempre. Il magistrato ha archiviato la denuncia sporta su testimonianza diretta di mio figlio ai Carabinieri perché, in Italia, conta di più la parola di un criminale con la qualifica di “pubblico ufficiale” che la verità. E, grazie a conoscenze particolari di qualcuno, non si è esitato a scatenare una guerra mediatica denigrando il ragazzo e infamando lo scrivente (La Cronaca 10/09/2009 – Teleducato estate2011 - Unione Sarda 08/01/2012 - La Libertà 28/02/2012) senza che noi avessimo avuto diritto di replica e di difenderci».
