Al grido di "Salviamo il Po" Carlo Mistraletti si tuffa nel Grande Fiume
Salviamo il Po dall'inquinamento. E' questa la filosofia che ha spinto il medico piacentino Carlo Mistraletti e i suo amici a dare vita alla terza edizione dello "Sbarco in Lombardia", si è gettato (con la muta) in Po. Le immagini
Salviamo il Po dall’inquinamento. Tuteliamo e portiamo rispetto per l’ambiente che ci circonda. E’ questa la filosofia che ha spinto il medico piacentino Carlo Mistraletti e i suo amici a dare vita alla terza edizione dello “Sbarco in Lombardia”, provocatoria rivisitazione dello storico evento (lo sbarco in Normandia) che il 6 giugno del 1944 segnò una svolta per la Seconda Guerra Mondiale.
Mistraletti ha dato appuntamento a tutti in riva al Grande Fiume alle 17,30 del 6 giugno all’attracco delle barche della società canottieri Vittorino da Feltre. Poi, con i suoi fidi collaboratori e aderenti alla curiosa iniziativa, è approdato in barca sulla sponda lodigiana, per poi tuffarsi coraggiosamente nell’acqua non certo limpida del fiume (che per le abbondanti piogge era fredda e percorsa da una forte corrente) e arrivare a nuoto fino all’altra storica società canottieri, la Nino Bixio. Tutto questo, tra il serio e il faceto, per dimostrare che il Po è una risorsa per l’ambiente, per Piacenza, per tutte le province che attraversa e per l’ecosistema italiano.
Un bene da non aggredire ma da rispettare e amare. Mistraletti, ecologista convinto, parlando con la stampa prima di tuffarsi in acqua, ha sottolineato l’importanza fondamentale dell’acqua come bene comune e vitale per lo sviluppo della società e per la stessa sopravvivenza dell’uomo; e puntando il dito anche contro i cosiddetti fattori di “microinquinamento”. "Analizzando l’acqua del fiume - ha detto - c’è chi riesce a stabilire anche quanto incida l’utilizzo di pillole anticoncezionali e l’uso di droga e sostanze chimiche. Perché le tracce, purtroppo, sono ben presenti negli scarichi urbani che vengono gettati nel Po".