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Cronaca Pontenure

Morì annegato a sei anni in piscina, patteggiano in quattro

Mattia Cattivelli morì a sei anni nel pomeriggio del 3 luglio 2017 annegato nella piscina del centro sportivo di Pontenure. Per la sua morte furono indagate per omicidio colposo quattro persone (due educatrici del centro estivo e due bagnini)

Mattia Cattivelli morì a sei anni nel pomeriggio del 3 luglio 2017 annegato nella piscina del centro sportivo di Pontenure. Per la sua morte furono indagate per omicidio colposo quattro persone (due educatrici del centro estivo che la vittima frequentava e che si svolgeva anche in piscina e due bagnini della struttura). Nella giornata del 9 novembre hanno tutti patteggiato la pena (sospesa) di un anno davanti al gup Luca Milani (pm Antonio Colonna). Erano difesi dagli avvocati Mauro Pontini, Emiliano Lommi e Luigi Alibrandi. I genitori del piccolo si costituirono parte civile con l’avvocato Roberto Rovero, furono poi risarciti e revocarono la costituzione. Nella tarda mattinata del 3 luglio Mattia entrò nella piscina degli adulti nella parte dove l’acqua era più profonda e andò sul fondo dove morì «anche a causa del ritardo nel soccorso». Una volta trovato era stato immediatamente comunque soccorso dai bagnini che avevano subito avviato le manovre di rianimazione che avevano poi continuato i sanitari del 118 con l'auto infermieristica della postazione di Cadeo, insieme alla Croce di Rossa di Piacenza e l'elisoccorso da Parma.  Gli infermieri avevano fatto di tutto per salvargli la vita ma il bambino era morto poche ore dopo in ospedale dove era giunto a bordo dell'elicottero in condizioni disperate.  I quattro furono indagati «per – si legge negli atti - non aver preventivamente e adeguatamente valutato le capacità natatorie di ciascun bambino, al fine di dotarli dei presidi volti a garantire il galleggiamento congrui rispetto all’età e alle capacita natatorie e nel non aver adeguatamente organizzato l’attività e il conseguente ingresso in acqua e nel non avere adeguatamente vigilato a che i singoli bambini non fossero esposti a situazioni di rischio». Il modulo relativo alla vittima, inoltre, non indicava conoscenze approfondite circa il livello di capacità di nuotare. Il medico legale Antonio Osculati dell'Università di Pavia nominato dal pm titolare delle indagini, Antonio Colonna, eseguì l’autopsia che determinò la morte in asfissia acuta da annegamento. Si legge inoltre nelle sue conclusioni: «In ragione di discrete alterazioni cardiache osservate, è ipotizzabile che nel determinismo del decesso abbia svolto un ruolo concasuale un evento aritmico, condizionante un’alterazione contrattile cardiaca tale da determinare una almeno parziale compromissione dello stato di coscienza, ostacolando la normale reattività all’ingresso di liquido annegante nelle vie aeree».

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