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Cronaca

Morì dopo l'intervento d'urgenza all'intestino: piena assoluzione per sette chirurghi piacentini

Assolti con formula piena, perché il fatto non sussiste, i medici dell'ospedale di Piacenza che erano accusati di omicidio colposo per la morte di un 55enne nel gennaio del 2013

Assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste. Si è concluso così, la mattina del 17 marzo, il processo che vedeva sette medici del reparto di chirurgia dell’ospedale di Piacenza sul banco degli imputati per omicidio colposo. Il collegio presieduto dal giudice Italo Ghitti ha accolto in pieno la richiesta di assoluzione per tutti gli imputati che nell’ultima udienza era stata formulata dallo stesso pubblico ministro Ornella Chicca al termine della requisitoria. 

Nel dibattimento, durato mesi, si è ripercorsa nel dettaglio la vicenda della morte di un piacentino di 55 anni - Antonino Broni - che nel gennaio del 2013 era stato ricoverato una notte al pronto soccorso per dei forti dolori addominali. Dopo un paio di giorni e un intervento chirurgico d’urgenza, la situazione precipitò all’improvviso e l’uomo morì nel reparto nonostante i lunghi tentativi di rianimazione.

Fondamentali, come spesso accade in processi così complessi, sono state le perizie tecniche presentate dalle parti. E’ così emerso che il paziente era affetto da una grave cardiopatia della quale lui stesso era all’oscuro, e che non era nemmeno emersa dagli accertamenti svolti al suo ingresso in ospedale. Secondo i periti quella cardiopatia, insieme allo stress dell’intervento d’urgenza all’intestino (che è emerso venne eseguito a regola d’arte dai medici) gli furono fatali. 
Amareggiati invece i parenti dell’uomo: «Questo per noi è un secondo lutto - afferma Pietro Tagliaferri dopo la lettura della sentenza - riteniamo che non sia emersa la verità da questo processo».

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