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Indagini in corso / Ponte dell'Olio

Tragedia di Pontedellolio, attesa per l'esito dello stub. Indagato anche un 17enne

Proseguono le indagini per la morte del 20enne albanese Enrico Aliaj. Nei prossimi giorni l'autopsia sul corpo del giovane morto per un colpo di pistola alla testa. Sull'arma, clandestina, si stanno concentrando le attenzioni dei carabinieri

Proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri volte a ricostruire quanto accaduto nel tardo pomeriggio del 2 giugno in un appartamento in via Rossi a Pontedellolio. Qui il 20enne Enrico Aliaj ha perso la vita raggiunto da un colpo di pistola alla testa. Nonostante i rapidissimi soccorsi non c’era stato nulla da fare. In casa con lui in quel momento c’erano il fratello Elham - 18anni - e un amico 17enne che si sarebbe allontanato per lo spavento pochi minuti dopo la tragedia. Anche quest'ultimo risulta indagato ma dalla procura dei Minori la quale procede per competenza. L'iscrizione di entrambi nel registro degli indagati garantisce loro la nomina oltreché di avvocati anche di periti di parte per tutti gli esami tecnici.

Nel frattempo però fondamentali saranno gli esiti del cosiddetto “stub”. Si tratta di un accertamento diviso in due fasi per il campionamento di eventuali residui da sparo: la prima di repertamento, la seconda di analisi in laboratorio. All’esame sono stati sottoposti tutti e tre: la vittima, il fratello e l’amico. Altresì importanti saranno la perizia balistica – per capire la traiettoria dello sparo - e l’autopsia che sarà fissata nei prossimi giorni e si svolgerà all'Istituto di Medicina Legale di Pavia. Gli esiti di questi esami tecnici e medico legali incrociati tra loro e con i racconti dei due giovani presenti dovrebbero restituire la dinamica della tragedia.

Da quanto appreso al momento il fratello e il 17enne avrebbero spiegato agli inquirenti – coordinati dal sostituto procuratore Daniela Di Girolamo – che la morte di Enrico sarebbe stata un incidente, una fatalità e che il colpo sarebbe stato esploso dalla stessa vittima per errore o per poca dimestichezza con l’arma, si ipotizza anche un gioco che non prevedeva però un finale tragico. E proprio sulla pistola, clandestina e non quindi regolarmente denunciata, si stanno svolgendo minuziosi accertamenti: come è arrivata in quell’abitazione e chi l’aveva come se la è procurata? Per avere queste risposte occorrerà ancora tempo. Enrico lascia il fratello che per lo choc probabilmente dopo la morte del fratello si era chiuso all'interno dell'abitazione, i genitori e una sorellina, l'amico 17enne invece aveva lasciato l'appartamento per essere identificato poco dopo.

A dare l'allarme quella sera al 118 proprio chi era con Enrico, sembra, e probabilmente anche alcuni vicini che hanno sentito il colpo d'arma da fuoco, poi la corsa disperata dei sanitari del 118 verso il centro sportivo dove era stata fatta arrivare l'eliambualanza: tutto inutile. Contestualmente in via Rossi erano arrivati anche i carabinieri, con più pattuglie, il colonnello Pierantonio Breda e il magistrato Daniela Di Girolamo nonché i vigili del fuoco. La strada, chiusa fino a notte fonda, aveva visto radunarsi decine di amici e parenti, tutti affranti e increduli

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