Morte di Jasin, da suicidio a giallo: nuovo sopralluogo alla caserma

Morte di Jasin Hagi. Ad una settimana esatta dal ritrovamento del cadavere del 21enne nella nuova caserma dei vigili del fuoco in strada Valnure, il magistrato e i carabinieri sono tornati sul luogo del ritrovamento. Così riporta Cronaca di oggi, 11 gennaio. Il motivo di questa "visita"? Ci sarebbero ancora troppi dubbi sulla morte del giovane somalo, che a questo punto inzia ad assumere i contorni del giallo.

Il magistrato e i carabinieri si sono recati nelle due stanze al secondo piano della caserma dove il ragazzo ha trascorso con tutta probalità i suoi ultimi giorni di vita e dove è morto per apparente assideramento. Il quotidiano riporta che i militari e il magistrato sono stati dentro al complesso per uscirne solo due ore dopo con alcuni sacchetti contenenti altri reperti e oggetti rinvenuti all'interno.

Questi elementi potrebbero essere utili per ricostruire l'esatta dinamica dell'accaduto, infatti si legge testualmente: «Non è escluso che possa essere presa in considerazione l'ipotesi che il giovane non sia stato da solo per tutto il tempo della sua fuga da casa, che risale al giorno di Natale, quando poi il padre ne ha denunciato la scomparsa. Chi può essere stato con lui? La Procura parla di istigazione al suicidio: un'ipotesi che di per sè non eslude appunto (anzi) il coinvolgimento di altri. E nei prossimi giorni è ipotizzabile che qualcuno che conosceva il 21enne possa già essere ascoltato».

Su Libertà, a completezza di quanto riportato, si legge che Jasin aveva sul corpo molteplici lesioni: fratture al torace, allo sterno e fratture dorsali. Questi elementi insieme alla bassissima temperatura potrebbero aver causato la morte del giovane.